Dopo la decisione del Consiglio dei Ministri che ha reso illimitata la durata del Green Pass, abbiamo fatto due conti per capire quanti italiani siano interessati da questa novità e come la cosa andrà ad impattare su tutti gli altri. Partiamo anzitutto da quanto ufficializzato al termine della riunione che ha visto il Governo compatto attorno a questa misura (e diviso, invece, sul tema della regolamentazione in ambito scolastico):
Le certificazioni verdi COVID-19 rilasciate dopo la terza dose hanno efficacia senza necessità di nuove vaccinazioni. Al regime di chi si è sottoposto alla terza dose è equiparato chi ha contratto il COVID ed è guarito dopo il completamento del ciclo vaccinale primario.
Le parole usate esprimono un concetto chiaro: al momento (poiché ogni valutazione potrà chiaramente essere rivista in seguito sulla base di ciò che andrà ad accadere) non è prevista una quarta dose e la situazione resterà sospesa fino alle porte della prossima stagione fredda. A testimoniarlo è l’equiparazione della dose booster con la formula vaccino+guarigione, elemento che sposta a fine anno un livello generale di copertura tale da consentire una generale tranquillità e la possibilità di una completa apertura delle attività.
Green Pass: quanti sono illimitati?
Ma quanti sono coloro i quali possono considerare senza fine il proprio Green Pass? I numeri scaturiscono dai dati di vaccinazione attuali (dati ufficiali del Ministero della Salute in data 3 febbraio 2022):
- italiani con 1 dose: 49,06 milioni (90,84% della popolazione over 12)
- italiani con 2 dosi: 47,45 milioni (87,86% della popolazione over 12)
- italiani con 3 dosi: 34,1 milioni (80,31% della popolazione over 12)
Gli italiani che non vedranno scadere il proprio Green Pass prima della fine dell’anno sono dunque oggi 34 milioni più una quota non ben definibile di vaccinati/guariti. Alla luce dei dati disponibili (sono 50,1 milioni gli italiani con almeno una dose e guariti a meno di 6 mesi), si può stimare in circa 500 mila gli italiani che non dovranno fare la terza dose per veder completato il proprio ciclo in attesa di nuove indicazioni. Complessivamente, quindi, sono circa 35,5 milioni i Green Pass consolidati, persone per le quali non ci saranno più chiusure, né limitazioni, né zone rosse.
I vaccini stanno continuando a buon ritmo ed è pertanto presumibile che buona parte di quanti hanno oggi una doppia dose possano arrivare in tempi rapidi alla dose booster. Questo passaggio è fortemente auspicabile alla luce del fatto che la copertura con la booster torna rapidamente ad alti livelli, mentre a seguito di doppia dose tende a svanire nel giro di breve: con il passare dei mesi sarà importante portare quanti più italiani verso il Green Pass rafforzato, quindi, così da poter avere una copertura sommariamente buona in vista delle possibili ondate future.
A questi numeri si aggiunge inoltre la platea dei bambini tra 5 e 11 anni: per questi ultimi la vaccinazione è ferma oggi alla seconda dose, in attesa di dati che possano misurare la copertura vaccinale relativa e possano fornire indicazioni per la strategia futura. In questa fascia di età sono oltre 560 mila (15,4% del totale) i bambini ad aver completato il ciclo vaccinale, mentre sono 1,2 milioni ad averlo iniziato (33,1%).
Secondo le ultime indicazioni del coordinatore del Comitato Tecnico-Scientifico, dott. Franco Locatelli, per i bambini da 0 a 5 anni la vaccinazione sarà somministrata a partire dalla primavera: tra pochi mesi, insomma, potrà arrivare la copertura anche nell’ultima fascia di età ancora non coinvolta e il dosaggio sarà ulteriormente ridotto rispetto alla fascia 5-11. L’obiettivo è dunque farsi trovare attrezzati alla fine dell’anno, senza lasciar margini di manovra al virus – al netto della quota di popolazione che ha rinunciato al vaccino e per la quale si va ad operare con restrizioni che possano limitare l’esposizione.
Il Green Pass resta dunque al centro della strategia presente e futura del Governo: sarà il QR Code a certificare lo stato sanitario con cui si approcciano i luoghi pubblici, regolando le possibilità di accesso e partecipazione sulla base dell’andamento della curva pandemica e di una pressione ospedaliera che si auspica in calo e verso una condizione endemica, controllata e priva delle morti che ancora contraddistinguono la fase attuale.