Prima nove mesi, poi dodici, infine ancora nove: la durata del Green Pass rilasciato in seguito alla somministrazione del vaccino è cambiata più volte dall’introduzione del certificato in estate. E non è da escludere possa variare di nuovo, in modo coerente con la persistenza dell’immunizzazione garantita dalla campagna vaccinale e con l’evoluzione della curva epidemiologica.
Vaccino e guarigione: uguale durata per il Green Pass?
A lanciare l’ipotesi è stato Guido Rasi, consulente del generale Francesco Paolo Figliuolo, nel corso di un’intervista rilasciata a Buongiorno su Sky TG24: Se fossimo in un momento di bassa circolazione non sarebbe così, ma se il virus gira molto va rivista la durata del Pass
. Doveroso sottolineare come al momento non sia stata presa alcuna decisione in merito e che, in caso di un’ulteriore riduzione della durata, sarebbe introdotta con il dovuto preavviso. Potrebbe essere portata a sei mesi, come quella del documento emesso in seguito all’avvenuta guarigione da COVID-19.
Rasi ha inoltre ribadito quanto siano giustificate le preoccupazioni relative alla variante Omicron, invitando però a non trasformarle in eccessivo allarmismo: sappiamo essere molto contagiosa, ma ancora non ci sono dati a sufficienza per stimare quanto grave sia l’impatto a livello di sviluppo della malattia.
Alla luce di quanto emergerà entro le prossime settimane, in alcune specifiche situazioni potrebbero tornare utili i tamponi anche per chi si è vaccinato da tempo, così da poter intervenire in modo tempestivo per far fronte a un’eventuale infezione. Restando in tema, quelli effettuati nella giornata di ieri (giovedì 16 dicembre) e che hanno portato al rilascio del Green Pass sono più di 786.000.
Sono invece oltre 104 milioni le dosi somministrate dall’inizio della campagna a oggi (15.000 circa nella fascia 5-11 anni). Stando ai dati ufficiali, 13,6 milioni di cittadini hanno già ricevuto il richiamo/booster.