Blitz di Greenpeace nelle prime ore della mattinata californiana nel quartier generale di Apple a Cupertino. Alcuni attivisti hanno dapprima proiettato una serie di messaggi sulla facciata principale della sede di Infinite Loop, poi hanno sistemato una sorta di “fungo” gigante con il marchio della mela morsicata – al cui interno c’erano due persone travestite da iPhone – proprio davanti al portone d’ingresso dello stabile.
Uno dei messaggi recitava: Sicuramente una società come Apple sa che puntare sulle energie rinnovabili non è solo la cosa più intelligente, ma è anche quella giusta da fare. Pulite la nostra Nuvola!”
Il riferimento è alla querelle che da diversi anni oppone Greenpeace ad Apple. Il movimento ecologista internazionale accusa infatti la creatura di Steve Jobs di utilizzare energia elettrica derivata da impianti a carbone per alimentare i server dedicati al cloud computing.
La protesta non è durata a lungo: sul posto è subito intervenuta la polizia di Cupertino che ha arrestato i due attivisti.
Questo nuovo capitolo della polemica pluriennale si è aperto quando Greenpeace ha individuato un nuovo data center Apple dedicato ai servizi cloud in costruzione a Maiden, North Carolina. La società ha replicato alle accuse evidenziando che quell’impianto attinge più della metà della sua energia elettrica da fonti rinnovabili, con pannelli fotovoltaici che forniscono oltre 20 megawatt e celle alimentate a combustibile biologico da cui se ne ricavano 5.
A quanto sembra, questi sforzi non sono ritenuti sufficienti da Greenpeace, che ha escluso l’azienda di Cupertino dalla speciale graduatoria denominata “Cool IT Leaderboard”, relativa alle società di IT che si distinguono per l’utilizzo di energie pulite e che vede in testa Google.
Cristiano Vaccarella