Il Parlamento europeo ha approvato una direttiva che obbliga le aziende a presentare prove a sostegno delle dichiarazioni ambientali. L’obiettivo è proteggere i consumatori dalle informazioni ingannevoli sui prodotti. Si tratta di un’integrazione alla direttiva (già approvata) che vieta il cosiddetto greenwashing.
Vietato scrivere “ecologico” senza prove
Sul mercato ci sono numerosi prodotti con etichette di vario tipo che indicano il rispetto dell’ambiente. In alcuni casi si tratta di informazioni ingannevoli o addirittura false, in quanto l’azienda non fornisce prove a sostegno della dichiarazione ambientale. La direttiva approvata dal Parlamento introduce l’obbligo di presentare prove scientifiche.
I singoli Paesi dovranno identificare i soggetti che effettueranno le verifiche per scoprire eventuali annunci ingannevoli. Solo se verrà confermata l’esistenza di prove, le aziende potranno usare definizioni come “biodegradabili”, “meno inquinanti”, “a risparmio idrico” o “a base di materie prime biologiche”.
La valutazione delle prove dovrebbe essere completata entro 30 giorni. Sono esentate le microimprese, mentre le PMI avranno un anno di tempo in più per rispettare le norme. Le sanzioni per il mancato rispetto delle regole sono piuttosto pesanti: esclusione temporanea dalla gare d’appalto, confisca delle entrate e multe pari al 4% del fatturato annuo.
Le dichiarazioni ecologiche basate esclusivamente su sistemi di compensazione del carbonio dovrebbero essere vietate. Le aziende potrebbero tuttavia menzionare le azioni di rimozione e compensazione delle emissioni di carbonio nei loro annunci, solo se hanno già ridotto il più possibile le emissioni e utilizzano tali sistemi solo per le emissioni residue.
L’iter legislativo verrà seguito dal nuovo Parlamento dopo le elezioni europee che si terranno dal 6 al 9 giugno 2024.