New York (USA) – Non passa giorno senza che vi siano novità sul fronte della grande battaglia legale che oppone le major della musica e del cinema al peer-to-peer. Grokster , uno dei più conosciuti player del P2P, si è mosso nelle scorse ore per opporsi ad un tentativo dei discografici della RIAA di abbattere una sentenza che per la prima volta ha assolto il P2P negli USA.
Come si ricorderà, lo scorso aprile un tribunale di Los Angeles aveva accolto la tesi di Grokster e MusicCity, secondo cui i rispettivi software di file sharing hanno “numerose destinazioni d’uso perfettamente legali” e dunque non possono essere messi fuori legge. Una tesi, nota anche come difesa Betamax , che non è andata giù alla RIAA.
La scelta del giudice Stephen Wilson di accogliere gli argomenti di Grokster e MusicCity rappresenta infatti una spina nel fianco e un pericoloso precedente per la crociata anti-pirateria che l’industria discografica sta combattendo nei tribunali di mezza America. Una mozione della RIAA allo stesso tribunale ha chiesto nei giorni scorsi una nuova sentenza sulla questione; per questo Grokster ha fatto ricorso alla Nona Corte d’appello di Los Angeles per chiedere che la sentenza di primo grado sia rispettata.
“Sembrano credere – ha spiegato il dinamico presidente di Grokster, Wayne Rosso, riferendosi ai manager RIAA – che la decisione del giudice Wilson sia stata un… errore di battitura. Sembrano voler mettere fuori legge qualsiasi tecnologia che non abbia un diretto controllo sui contenuti”. Secondo Rosso, invece di “chiedere ai giudici di mettere sotto accusa ogni singolo produttore di tecnologia per far valere il diritto d’autore, dovrebbero invece prendere in licenza queste tecnologie ad un giusto prezzo”.
Parlando di possibili scenari di business per la RIAA nel P2P, Rosso ha affermato che “cinque dollari al mese da ciascuno dei 60 milioni di utenti del file sharing è sicuramente molto meglio che ottenere 2mila dollari da una ragazzina di 12 anni”. La battuta, come si sarà capito, si riferisce al clamoroso caso di Brianna , la più giovane denunciata dalla RIAA.
Grokster rimane, peraltro, un sistema controverso per la presenza al suo interno di “Cydoor”, celebre spyware che viene rimossa solo da una versione a pagamento di Grokster, Grokster Pro. C’è da dire che proprio Grokster difende Cydoor spiegando che se è vero che un tempo era uno spyware oggi sarebbe solo un adware che scarica certi banner pubblicitari sul computer dell’utente. Secondo Grokster l’uso dell’adware è necessario non solo per pagare lo sviluppo del programma e la banda utilizzata ma anche per difendersi legalmente dall’attacco giudiziario della RIAA…
Ma ieri è stata anche una giornata notevole per la battaglia di 321 Studios contro l’industria cinematografica di Hollywood. Ecco tutti i dettagli.
Uno dei produttori di tecnologia più invisi all’industria di Hollywood, 321 Studios, sta in queste ore tentando di dimostrare la propria buona fede, cercando così di uscire dal mirino della MPAA, l’associazione che raccoglie i più influenti studios americani.
L’azienda, come noto, è da tempo sotto accusa per aver realizzato software che consente di masterizzare DVD, in particolare i programmi “DVD X Copy” e “DVD Copy Plus”. E questo in armonia con quanto previsto dal DMCA, la legge statunitense sul copyright nell’era digitale, una normativa che rende illegale qualsiasi software che abbia come primo scopo quello di bypassare le protezioni anti-copia dei produttori di contenuti.
La MPAA, che sta perseguendo 321 Studios negli USA, ha anche chiesto alla High Court britannica di impedire la vendita di questi prodotti nel Regno Unito.
Ora l’azienda ha lanciato il suo “DVD Piracy Prevention Programme”. Per dimostrare che i suoi programmi non sono progettati in primo luogo per evadere le protezioni sui DVD, 321 Studios fa vedere la propria propensione a combattere i pirati: il programma offre una taglia di 10mila sterline a chiunque fornisca informazioni utili alla condanna di un qualsiasi utente che utilizzi i software di 321 Studios per fare copie pirata dei film.
Chi avesse queste informazioni può inviarle per email all’azienda: antipiracy@321studios.com .
Basterà?