gTLD, ICANN fa i primi nomi

gTLD, ICANN fa i primi nomi

I primi domini generici di primo livello vanno al mondo islamico e alla Russia. Amazon non ottiene il controllo di sè stessa dopo le proteste dei paesi latinoamericani
I primi domini generici di primo livello vanno al mondo islamico e alla Russia. Amazon non ottiene il controllo di sè stessa dopo le proteste dei paesi latinoamericani

Primo giro di assegnazioni dei nuovi domini generici di primo livello (gTLD) da parte dell’ Internet Corporation for Assigned Names and Numbers (ICANN). Il registrar statunitense ha ratificato i primi quattro accordi ( registry agreements ) dopo le quasi 2mila richieste pervenute nel corso della storica apertura agli stessi gTLD nell’estate dello scorso anno.

I primi domini generici di primo livello saranno così attivati nel mondo islamico – la parola in arabo che sta per Web o rete – mentre due esemplari di gTLD saranno consegnati in Russia alla Core Association, che aveva richiesto il controllo dei termini che stanno per online e sito Web. All’azienda privata Spring Fields LLC (del gruppo Donuts Inc) è stato invece garantita la gestione del termine cinese che sta per gioco.

È rimasto a bocca asciutta il retailer di Seattle Amazon, che aveva chiesto alla Governmental Advisory Committee (GAC) dell’ICANN il controllo dell’omonimo gTLD. Su pressione di alcuni paesi latinoamericani – in particolare quelli bagnati dal fiume Amazon (Rio delle Amazzoni, in italiano) – la commissione interna al registrar ha deciso di non assegnare il dominio generico al gigante della distribuzione online.

Catena di abbigliamento, Patagonia aveva precedentemente rinunciato alle sue pretese sull’omonimo gTLD. Gli stessi governi del Sud America avevano sottolineato come questi termini geografici, da Patagonia ad Amazon, non potessero finire nelle mani di entità commerciali con interessi privati .

Tornando ai domini “tradizionali”, dopo aver ottenuto diversi nomi legati alla sua console Xbox, Microsoft aveva trascinato in aula un cittadino britannico in possesso dei due presidi cibernetici XboxOne.com e XboxOne.net . I giudici del National Arbitration Forum (NAF) hanno ora deciso di consegnare i due domini all’azienda di Redmond, ma non è chiaro se quest’ultima sia stata obbligata a risarcire adeguatamente il vecchio proprietario.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
19 lug 2013
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