Lo scontro legale era iniziato alla fine dello scorso marzo, quando un gruppo di produttori cinematografici indipendenti si era rivolto allo U.S. Copyright Group dopo il downloading ripetuto di film come Far Cry e Gray Man . Meno di due mesi dopo era scesa in campo anche Voltage Pictures , casa di produzione del premiatissimo The Hurt Locker .
L’obiettivo principale della società legale Dunlap, Grubb & Weaver – braccio armato dello stesso U.S. Copyright Group – consisteva nel trascinare a Washington D.C. circa 6mila utenti , tutti responsabili di violazione del diritto d’autore a mezzo file sharing. Ciascuno di loro avrebbe dovuto pagare una somma pari a 2500 dollari .
In soccorso dei netizen erano subito corsi gli attivisti di Electronic Frontier Foundation (EFF), pubblicando online una lista di avvocati disponibili per la difesa in tribunale . Ma gli utenti accusati avevano presto scoperto un’amara verità: i prezzi medi per ottenere i servigi legali erano simili (se non superiori) alla cifra da pagare ai detentori dei diritti.
Nella lista di EFF era però presente un uomo, un avvocato di nome Graham Syfert. Syfert offriva ai netizen una ben più economica soluzione alternativa, un pacchetto di documenti utile per l’auto-difesa in aula . Scartoffie in legalese al prezzo praticamente imbattibile di 9,99 dollari .
Una ventina di utenti aveva afferrato al volo l’offerta speciale – attualmente il prezzo è lievitato a 19,95 dollari – iniziando in sostanza a prepararsi per il dibattimento in aula. Il pacchetto era addirittura finito online , condiviso sulle reti che avevano messo nei guai circa 6mila scariconi.
Ma alla società legale Dunlap, Grubb & Weaver l’offerta dell’avvocato Syfert non è piaciuta affatto. L’uomo è stato infatti denunciato per conto dello U.S. Copyright Group , dal momento che avrebbe causato ingenti danni alla stessa società legale statunitense. Precisamente, l’auto-difesa di 19 utenti sarebbe costata qualcosa come 5mila dollari .
Syfert ha però rigettato le accuse, definendole completamente prive di senso. Lo U.S. Copyright Group l’avrebbe in sostanza denunciato per paura di dover ricorrere ad ulteriori spese legali, per continuare la lotta armata contro i cattivoni del P2P.
Mauro Vecchio