Lenovo ha denunciato ASUS per la violazione di vari brevetti relativi a software, hardware e connettività, chiedendo alla ITC (International Trade Commission) degli Stati Uniti di bloccare l’importazione di alcuni prodotti dell’azienda taiwanese. Ericsson ha invece denunciato Lenovo in Brasile, chiedendo al giudice di bloccare le vendite degli smartphone Motorola.
Licenze a prezzi ragionevoli
In entrambi i casi, la questione riguarda le cosiddette licenze FRAND (fair, reasonable, and non-discriminatory), ovvero accordi che prevedono il pagamento di un somma equa per l’uso di tecnologie essenziali. Lo scontro tra Lenovo e ASUS è iniziato nel mese di agosto, quando il produttore taiwanese ha presentato una denuncia al tribunale di Monaco di Baviera per la violazione di brevetti relativi a tecnologie cellulari.
L’azienda cinese aveva proposto un accordo di cross-licensing secondo i termini FRAND. In base alle dichiarazioni di John Mulgrew, consulente legale e responsabile della proprietà intellettuale di Lenovo, ASUS ha preteso royalties di importo eccessivo, quindi è stata costretta a denunciare ASUS all’ITC.
L’azienda cinese ha chiesto il blocco dell’importazione negli Stati Uniti di vari prodotti ASUS per la violazione di quattro brevetti, oltre al risarcimento dei danni. Lenovo sottolinea che l’eventuale ban non avrà nessuna conseguenza per gli utenti, in quanto il market share di ASUS è molto basso (meno del 3%).
Ericsson ha invece chiesto a Lenovo di pagare royalties superiori ai termini FRAND per alcune tecnologie cellulari attraverso una denuncia presentata all’ITC. Anche in questo caso, il produttore cinese sperava di raggiungere un accordo di cross-licensing, ma l’azienda svedese ha presentato una denuncia in Brasile, chiedendo un’ingiunzione per bloccare la vendita degli smartphone Motorola.
Lenovo ritiene che un accordo extragiudiziale sia sempre la soluzione migliore. Ma quando un’azienda chiede il pagamento di somme non eque, la questione può essere risolta solo in tribunale.