Il caso che vede contrapposta Apple a Psystar, il produttore di cloni capaci di far girare Mac OS X su PC non Mac, potrebbe essere arrivato alla svolta definitiva: il giudizio sommario richiesto dalle parti nel processo californiano accoglie le accuse di Apple e respinge la controffensiva del produttore degli Open Computer.
Il giudizio preliminare da una risposta decisa ad una travagliata vicenda giudiziaria iniziata nel luglio 2008: quando Cupertino aveva portato in tribunale il “clonatore” Mac, e quest’ultimo aveva accusato Apple per violazione della normativa antitrust e poi per abuso di copyright. Aveva quindi iniziato, nonostante il processo, a licenziare il software necessario a installare il sistema operativo Mac su PC non Apple. Le via legali, intanto, sembravano complicarsi per Cupertino: Psystar ha anche tentato la strada di un nuovo tribunale, aprendo un nuovo caso in Florida. Intanto il procedimento si era momentaneamente interrotto visto che Psystar aveva portato i libri in tribunale avviando un’amministrazione controllata per evitare la bancarotta.
Difendendosi Psystar si era comunque dimostrata agguerrita: aveva chiamato in causa la dottrina della “prima vendita”, con cui la normativa statunitense garantisce il diritto di rivendita all’acquirente di una copia originale (principio su cui si basano per esempio i negozi dell’usato) e al fair use , aveva accusato Apple di concorrenza sleale e condizioni contrattuali vessatorie.
Il giudice William Alsup ha invece ritenuto che Psystar abbia violato il copyright di Apple su OS X. Innanzitutto ha stabilito che le copie fornite con gli hackintosh non abbiano ottenuto il permesso di Apple e che quindi il first sale non possa essere applicato. Ha quindi respinto la difesa basata sul fair use , affermando che non fosse neanche sufficientemente supportata. Ha inoltre stabilito che, per effettuare le copie del sistema operativo Mac, Psystar abbia aggirato la protezione posta da Apple e le altre misure tecnologiche, ed ha quindi condannato il clonatore anche per violazione delle disposizioni del Digital Millenium Copyrigh Act , stabilendo inoltre che le modalità di licenza previste dal contratto collegato ad ogni copia di Mac OS sono legali e quindi valide.
La modalità preliminare di giudizio era stata richiesta di comune accordo dalle parti. Psystar voleva anch’essa un giudizio sulla sua accusa nei confronti di Apple per uso improprio di marchio e concorrenza sleale: la sua istanza è stata però respinta.
Il giudizio preliminare lascia sul tavolo ancora numerose questioni: tra le accuse di Apple ancora non affrontate quella per violazione di contratto, indebolimento di marchio e concorrenza sleale. Vi sarà quindi una nuova udienza il 14 dicembre e il processo vero e proprio inizierà a gennaio 2010. Mentre deve ancora essere affrontato il caso in Florida: ma se è questa l’aria che tira, per Psystar si prepara burrasca.
Claudio Tamburrino