Mettersi alla guida e parlare al telefonino senza auricolare o vivavoce è un “comportamento incivile”. È quanto ha affermato la Cassazione, chiamata a pronunciarsi su una condanna decisa da un Giudice di Pace. Un episodio singolare, perché in questo caso non c’è solo la contestazione di un’infrazione al Codice della Strada, ma anche una denuncia per ingiurie.
La vicenda ha avuto inizio in un modo non insolito, sulle strade del Belpaese, con una pattuglia di Carabinieri che ferma l’automobilista G.F., contestandogli l’ infrazione di aver guidato con una sola mano al volante, perché con l’altra teneva il cellulare all’orecchio. Il 55enne, indispettito dallo stop forzato, reagisce in malo modo e risponde con epiteti non pubblicabili. Multato, viene denunciato e condannato per ingiurie dal Giudice di Pace di Codogno. Sentenza contro cui l’automobilista presenta ricorso, che viene però rigettato dai giudici della quinta sezione penale della Cassazione.
Nella sentenza n. 14311 si legge infatti che sulle parole pronunciate dall’uomo nei confronti dei Carabinieri che lo hanno fermato “non è possibile negare valenza offensiva (…) perché essa denota non soltanto disprezzo per il destinatario, ma anche l’infondata accusa che i Carabinieri si dedichino ad attività inutili e vessatorie”. E nell’atto si sottolinea inoltre che “è davvero singolare che una persona, sorpresa mentre sta violando la legge con una condotta molto pericolosa per la vita degli altri, invece di chiedere scusa per il suo incivile comportamento reagisca in modo non solo inurbano ma anche offensivo per chi sta soltanto facendo il proprio dovere per assicurare il rispetto della legge”.
All’automobilista ora non resta che rimettersi a quanto stabilito dai giudici e versare la somma di mille euro alla Cassa delle ammende, dato che il suo ricorso è stato giudicato inammissibile. E questo conferma che, anche se non si provocano incidenti, guidare senza cellulare o vivavoce può costare più caro di quanto si possa immaginare.
Dario Bonacina