Concord (USA) – La notizia dell’arresto di Coolio è in sé una notizia importante, ma lo diventa ancora di più se si pensa che a settimane dall’attacco cyber che ha portato giù alcuni dei maggiori siti dell’eCommerce le autorità americane, le più attive nelle indagini, non sanno che pesci prendere. E l’arresto di “hacker Coolio” finisce così per sembrare un tentativo di far vedere che qualcosa, in fondo, si sta facendo.
I timori dovuti al megahacking, osserva E-Commerce Times, stanno gettando delle ombre sullo sviluppo della internet commerciale. E se questo accade lo si deve al fatto che dopo lunghi giorni di indagini internazionali, FBI e le altre polizie che indagano sul caso hanno in mano un pugno di mosche.
In questo contesto si è saputo ieri che il 17enne Dennis F. Moran, più noto come “Coolio”, è stato arrestato dalla polizia federale americana dopo numerosi interrogatori sull’azione di attacco cyber ai siti dell’eCommerce. Coolio aveva negato di aver partecipato al megahacking e l’FBI, che ha attestato la sua estraneità a quelle azioni, ha però ritenuto di accusarlo per “azioni minori”, compresa la modifica della home page di un sito dell’antidroga. Va da sé che la mano dura è necessaria all’FBI per tentare di “salvare la faccia”, al punto che sul ragazzo pendono ora due serissimi capi di imputazione legati all’accesso non autorizzato ad un sistema informativo. Se riconosciuto colpevole di entrambe le imputazioni, “sulla carta” Coolio potrebbe essere condannato addirittura a 30 anni di carcere…
Dopo il suo arresto nelle scorse ore, si è saputo che Coolio ha ottenuto la libertà provvisoria su cauzione di 5mila dollari. Il padre del ragazzo, all’atto dell’arresto del figlio, ha detto: “Non ci posso credere. Ha solo 17 anni ed è arrestato per aver voluto farsi sentire. Non ha ucciso nessuno, non ha fatto niente”.