Roma – Cari amici di Punto-informatico, vi scrivo per segnalarvi ancora l’ennesimo episodio di disinformazione (credo involontario) che i nostri media sono riusciti a confezionare. Il Tg3 delle 19,00 di ieri (5 luglio) ha annunciato che (cito più o meno testualmente): “un pirata informatico, un hacker, racconta che Michele Landi aveva fatto delle strane scoperte sull’omicidio Biagi”.
Prima considerazione: ancora una volta la solita e trita equazione “pirata informatico” uguale “hacker”.
Seconda considerazione: considerato che si parla di due episodi gravissimi (che meriterebbero uno spiccato senso di responsabilità, anche dai giornalisti, che questi fatti devono per lavoro “maneggiare” ma non sempre riescono a farlo con la “cura” o professionalità dovuta) il contenuto dell’intervista è allarmante. Non tanto per le rivelazioni (l’intervistato, ripreso di spalle, sostiene in un italiano un po’ problematico che “Landi sicuramente era riuscito a scoprire chi aveva mandato le mail e che era un hacker, quasi al 90% un hacker, un tecnico informatico ma non tecnico informatico da dietro la scrivania, ma un hacker…” ?) quanto per l’incomprensibilità delle parole profuse in totale libertà al microfono dalla giornalista, che sembrava porre domande in maniera piuttosto suggestiva, forse emozionata della “sensazionlità” di quanto stava ascoltando…
Francamente, il personaggio non si è preoccupato di rendersi in minima parte credibile, nè la giornalista ha fatto qualcosa in tal senso, a parte ricordare (parlando di file da decrittare) che tutta la vicenda è da tempo all’esame degli inquirenti. Nel frattempo i media del nostro servizio pubblico radio televisivo hanno avvalorato le affermazioni di una persona (lui, “hacker buono”) che ha fatto sapere alla collettività che sono stati degli hacker (senza altri aggettivi) a mandare la rivendicazione del delitto Biagi, non dei delinquenti, non degli assassini, non dei terroristi, ma degli hacker!
Scusate, spero di non aver annoiato nessuno, ma lo sfogo mi è venuto spontaneo e so che in voi posso trovare delle persone che capiscono questo genere di disagio intellettuale.
Lebowski