La nuova “svolta” nel fiorentissimo filone dell’ hacktivismo digitale si chiama RankMyHack.com , servizio che vorrebbe stilare una classifica di exploit e attacchi condotti contro siti web stabilendo chi è il migliore tra gli smanettoni impegnati in questo genere di pratica. Con un occhio alla distinzione tra hacker propriamente detti e script kiddies senza skill particolari.
RankMyHack è (o vuole essere) “il primo sistema di ranking degli hacker d’elite del mondo”, una board su cui occorre presentare prova concreta del proprio operato – generalmente un pezzetto di codice posizionato sul server remoto compromesso – per ricevere un numero di punti adeguato. Più in alto si trova l’obiettivo, maggiore sarà il punteggio e quindi il posto in classifica raggiunto.
Il servizio “pubblicizza” una pratica, l’hacking, che per sua stessa natura è stata sin qui relegata agli angoli bui del network telematico, e il suo autore – apparentemente un hacker noto come “Solar” – dice di voler solo fornire un sistema concreto e verificabile per differenziare le “skill” legittime dei veri smanettoni dalle “sparate” sui forum degli script kiddie , dotati di poche frecce al proprio arco e troppe parole digitate veloci sulla tastiera.
RankMyHack non favorisce (non vuole favorire) la proliferazione degli attacchi telematici ai siti web: gli hack verrebbero comunque portati a termine indipendentemente dalla sua esistenza, sostiene Solar, e il servizio cerca di mitigare il potenziale impatto delle sortite richiedendo come prova solo la presenza di codice personalizzato sui server remoti – il defacing o la messa oflline dei siti e servizi web non sono necessari per comparire nella classifica.
Sia come sia RankMyHack resta ancora un’iniziativa parzialmente avvolta nel mistero: le indiscrezioni parlano persino di compensazioni monetarie trasferite tramite PayPal e fornite ai partecipanti di una “competizione” tra hacker.
Alfonso Maruccia