Web – Siti istituzionali sotto pressione. Nelle ultime settimane, infatti, numerosi siti di Governo e della Pubblica Amministrazione italiana sono stati “buttati giù” da sconosciuti hacker. E nonostante l’attacco pare che alcuni server istituzionali, che reggono cioè siti di Stato, siano ancora “aperti” ad attacchi cyber.
Gli ultimi a cadere, ieri, domenica, sono i siti dell’ Autorità per le TLC e del ministero delle Comunicazioni , i due siti più interessati dalle tematiche della rete e, quindi, forse non a caso finiti nel mirino di un gruppo di hacker.
Le home page di entrambi i siti, divenuti inaccessibili salvo la prima pagina per molte ore, sono state sostituite da una pagina bianca e da una riga di “rivendicazione” dell’attacco, diversa per ciascun sito.
Sulla pagina del ministero è apparsa la frase: “Alterado pelo grupo SentaPua JamBock Epil58 KamiKaze sentapua@mail.ru Tamo ae : f3n1x , Hi-Neck”.
Su quella dell’Autorità, invece: “Alterado pelo Grupo SentaPua, JamBock — Epil58 — KamiKaze .”
Va detto che questo è solo l’ultimo degli attacchi a siti istituzionali italiani nelle ultime settimane. Come si ricorderà , erano già stati “buttati giù” siti di ministeri come quello dei Trasporti e il sito della Corte dei Conti e altri ancora. In tutti i casi, gli hacker sembrano essersi limitati a dimostrare l’inefficacia delle misure di sicurezza approntate a difesa dei server dei siti colpiti.