Roma – Quest’anno si tiene a Torino l’ormai tradizionale evento italiano che raccoglie l’interesse e l’eccitazione di una parte vitale e dinamica dei tecnofili, quella che la tecnologia la usa, smonta, seziona, scompone e ricompone e, soprattutto, che è in grado di parlarne per ore e ore in seminari che si susseguono l’uno all’altro. E’ Hackmeeting 2003, una tre giorni che viene definita dagli organizzatori una kermesse “di apprendimento collettivo”, condita da feste, giochi, danze e rituali vari.
Hackmeeting è, naturalmente, il posto degli hacker , a cui si affiancano smanettoni, semplici curiosi, ingegneri e tecnici di ogni tipo, giornalisti mimetizzati e cybercop in incognito. “Esprimiamo – si legge nel manifesto ufficiale dell’evento – una visione dell’hacking come attitudine, non esclusivamente informatica. Il nostro essere “hacker” si mostra nella quotidianità anche quando non usiamo i computer. Si mostra quando ci battiamo per far cambiare quanto non ci piace, come l’informazione falsa e preconfezionata, come l’utilizzo delle tecnologie per offendere la dignità e la libertà, come la mercificazione e le restrizioni imposte alla condivisione delle conoscenze e dei saperi”.
Anche quest’anno l’Hackmeeting è occasione per rilanciare, ribadire e sottolineare l’accerchiamento alle libertà civili, attuato attraverso un assedio sempre più stretto alle traballanti libertà digitali. E per ribadire una diversità sostanziale. “Siamo sinceramente spaventati – scrivono gli organizzatori della tre giorni di Torino – dalla velocità con la quale la tecnologia viene legata a doppio filo al controllo sociale, alle imprese belliche, ad una malsana e schizofrenica paura del proprio simile: il nostro approccio è diametralmente opposto”.
Hackmeeting 2003, come i precedenti incontri, avrà un cuore pulsante nel suo “spazio LAN” al quale tutti potranno collegarsi con il proprio computer per giocare, studiare, collaborare e scambiare informazioni, dati, saperi. Una LAN che non sarà però connessa ad internet. Perché? E’ scritto nelle FAQ: “Se ci sarà l’accesso a internet sarà limitato solo ad alcuni servizi (tipo la mail). Portiamo avanti la tradizione del meeting unplugged dall’edizione di Catania, e pensiamo sia più divertente e istruttivo usare la rete interna per diffondere e cercare informazioni, senza dover ricorrere a internet”.
Ricco come sempre il programma di incontri e seminari, che comprenderanno tematiche di base e avanzate su software libero e Linux, programmazione e approfondimento sull’hardware, cifratura e net.art, diritto d’autore e repressione, reverse engineering, tecnologie rivoluzionarie e Freenet, wireless e retrocomputing e molto altro ancora.
E chi non riesce ad andare all’Hackmeeting? Si è pensato anche a questo. “Potrai comunque ascoltare i seminari in streaming su RadioCybernet – spiegano le FAQ – Visita il sito http://www.kyuzz.org/radiocybernet per le istruzioni su come ascoltarla. Oppure potrai scaricare le registrazioni al termine dell’ hackmeeting”.
Il sito ufficiale di Hackmeeting 2003 condito da manifesto, programma e altre informazioni è http://www.hackmeeting.org . Sul sito anche quanto serve per iscriversi alla mailing list ufficiale dell’Hackmeeting.