L’ Haute Autorité pour la diffusion des ouvres et la protection des droits sur Internet ( HADOPI ) ha divulgato le cifre relative all’attività finora compiuta nella lotta alla diffusione di contenuti in violazione del copyright: numeri che fanno il punto su un anno e mezzo di attività della dottrina dei tre colpi fortemente voluta dal Presidente francese Nicolas Sarkozy.
Secondo quanto riferisce l’autorità francese tra ottobre 2010 e dicembre 2011 sono stati aperti complessivamente 755.015 dossier: nel 95 per cento dei casi ai primi avvisi non ne devono seguire altri, il procedimento si ferma al secondo colpo nel 92 per cento dei casi e solo il 2 per cento di quelli che arrivano a ricevere una terza lettera finiscono per veder concretizzate le accuse di pirateria.
L’autorità stessa, inoltre, riferisce di essere stata contattata con la volontà di allinearsi alle disposizioni di legge dal 71 per cento degli utenti coinvolti nella terza fase, dal 25 per cento di quelli nella seconda e dal 6 per cento di quelli che hanno ricevuto una prima lettera.
Se questi numeri sembrano poter dimostrare l’ efficacia del sistema come misura dissuasiva , come dato più rilevante per valutarne l’efficacia nella battaglia contro la pirateria informatica deve tuttavia essere preso quello relativo al numero delle violazioni : anche se HADOPI non può certo riferirsi a numeri assoluti (in quanto quello del download illegale è, per definizione, un settore difficilmente monitorabile), parla per il 2011 di un calo del 17 per cento delle visite ai siti che propongono link verso applicazioni p2p (dati Nielsen che guardano a BitTorrent, µTorrent, eMule e Limewire) e di una generale diminuzione del 43 per cento dell’offerta francese illegale di opere protette da copyright (fonte Peer Media Technologies ). Il tutto accompagnato da un aumento del pubblico delle offerte legali pari a quasi il 30 per cento (dati Médiamétrie/Netratings).
Il problema di questi numeri, che a un primo sguardo appaiono univoci, sono tuttavia legati ai riferimenti presi in considerazione: Le Figaro fa notare per esempio che anche se HADOPI dice che “niente dimostrerebbe una nuova preferenza accordata a streaming e download diretto”, aggregando i numeri solo dei principali siti interessati da tali forme di fruizione illegale di contenuti si nota una crescita di pubblico che si attesta intorno al 12 per cento. Che secondo altri rapporti (sempre Médiamétrie, una delle società citate anche da HADOPI) arriva anche al 29 per cento.
Insomma: se l’utilizzo di strumenti p2p appare davvero calato in Francia, secondo statistiche non citate da HADOPI questo sembra essere avvenuto per una scelta degli utenti a favore dello streaming e del download diretto, e addirittura qualche mese prima dell’invio delle prime lettere dell’Autorità francese.
Claudio Tamburrino