Roma – Ci sono voluti 15 anni di truffe, bollette gonfiate, ricorsi e denunce, ma alla fine l’ Autorità TLC ha optato per la distruzione definitiva del vampiraggio telefonico ai danni dei consumatori, quei numeri a sovrapprezzo che avrebbero dovuto fornire servizi legittimi ma che sono stati troppo spesso trasformati in massivi e illegali prelievi di denaro ai danni degli utenti italiani. Con il nuovo Piano di numerazione nazionale da tempo annunciato, Agcom ne determina la sostanziale chiusura, permettendo una sopravvivenza rivista e corretta solo per alcuni generi di servizi. E dando così seguito e corpo ai recenti interventi dell’Antitrust .
I primi a morire saranno gli 144 , numeri che hanno letteralmente disegnato la storia di molti anni di telefonia italiana. Già azzoppati in passato e sopravvissuti grazie agli espedienti di molte imprese di settore e a quelli di altrettanti truffatori, i 144 diverranno presto un ricordo del passato. A far loro compagnia sotto tre metri di terra anche gli 166 e derivati, come gli 163, 164 e compagnia bella.
Le uniche numerazioni sulle quali sarà possibile realizzare servizi che prevedano un compenso ulteriore rispetto a quello della normale chiamata telefonica saranno gli 89x. Ma non saranno più numeri che consentono addebiti da 15 euro alla risposta : sarà possibile sfruttarli solo per tariffazioni flat da uno o due euro, ad esempio per servizi di televoto, donazioni e via dicendo. Lo scatto singolo quindi è morto , viste le truffe che vi venivano veicolate.
L’elemento chiave del nuovo Piano, inoltre, è anche la decisione di rendere i numeri a sovrapprezzo così rivisti e corretti accessibili solo dietro esplicita richiesta del consumatore . Utente che, a quel punto, si suppone consapevole di quello che andrà facendo con il proprio telefono.
Dal prossimo 30 giugno, inoltre, Agcom conferma una maggiore trasparenza anche per quanto riguarda i servizi a sovrapprezzo legati agli SMS : far pagare decine di euro alcune suonerie non sarà più possibile. Gli utenti non solo potranno bloccarne l’utilizzo, una misura pensata anche per genitori che vogliano limitare l’emorragia sul fronte del mobile , ma sono anche state previste soglie di prezzo .
Come ciliegina del nuovo Piano, l’Authority segnala anche novità per migliorare le “condizioni competitive per gli operatori virtuali, il recepimento delle norme europee sui servizi armonizzati a valenza sociale (numerazioni 116XXX)”. Tra le novità di sicuro interesse per i molti utenti che se ne sono lamentati negli anni anche la gratuità dei servizi di Customer Care offerti dagli operatori di telecomunicazioni : l’idea di fondo è che l’accesso ad uno “sportello di assistenza” per presentare un reclamo o un problema di fatturazione non debba essere pagato dall’utente ma dall’operatore che fornisce il servizio.
In una nota i consumatori del Codacons si sono detti “molto soddisfatti” dalla delibera dell’Autorità TLC. A loro dire “contribuirà a garantire maggiore tutela ai cittadini spesso raggirati attraverso costosissime numerazioni a sovrapprezzo”. Il Codacons gestisce peraltro un numero a sovrapprezzo , un numero a pagamento che, spiega l’Associazione, “recepisce le segnalazioni dei consumatori, fissa appuntamenti con legali specializzati in tutta Italia ed elabora report e indagini sui bisogni dei cittadini, suddivisi per aree geografiche”. Un numero che, peraltro, Agcom ha esplicitamente escluso dai filtri imposti dalla delibera.
Ma anche Carlo Pileri, presidente dell’associazione dei consumatori ADOC , ha parlato di “passo in avanti nel disboscamento della giungla dei servizi a pagamento”. Pileri ha anche ricordato che i gestori non possono distaccare la linea a chi ha in corso ancora una conciliazione “in merito agli abusi sulle numerazioni a pagamento”.
Più critica ADUC , associazione dei consumatori secondo cui il provvedimento, definito “importante”, giunge però tardivo . Tardivo, sostiene ADUC, perché da anni si moltiplicano inutilmente le segnalazioni. Non solo: ancora oggi “sono migliaia i contenziosi tra utenti, che aspettano i rimborsi di quanto ingiustamente pagato, e gestori che anche a distanza di anni cercano di recuperare quanto illecitamente addebitato in bolletta”. Perché la delibera sia credibile, dice ADUC, dovrebbe essere estesa, ampliata, affinché imponga “il rimborso per tutti i malcapitati che, loro malgrado, sono stati vittime della gestione para-delinquenziale di queste numerazioni a valore aggiunto”. Una prospettiva che, almeno per il momento, non sembra presa in considerazione dall’Autorità.