Roma – Il primo e più noto progetto di computing distribuito che ha preso vita grazie ad Internet, SETI@HOME , ha registrato un attacco senza precedenti ai propri server, un’aggressione che ha portato al furto di tonnellate di indirizzi di posta elettronica da parte degli ignoti aggressori.
Quelle email appartengono ad una parte delle centinaia di migliaia di utenti Internet che collaborano attivamente con il progetto, che si propone di scansionare le registrazioni radio ricevute dal telescopio di Arecibo a Puerto Rico notoriamente a “caccia” di segni di vita extraterrestre.
Secondo una ricostruzione degli eventi di David Anderson, direttore di SETI@HOME, in realtà non c’è stato un vero e proprio crack ai danni dei server del sistemone. Gli aggressori sono riusciti a “imbrogliare” il mail server che ha così forwardato loro circa 50mila indirizzi (su 3 milioni di partecipanti al progetto).
“Dopo aver recuperato quegli indirizzi email – ha spiegato Anderson – gli aggressori hanno inviato loro una sorta di email senza senso, che diceva qualcosa come: Siamo entrati dentro SETI@HOME e ora conosciamo tutti i tuoi dati.”
“Una frase – ha sottolineato Anderson – che è come un pugno in un occhio per il progetto”. Il direttore del SETI@HOME ha spiegato ancora una volta che l’uso dello screen saver “ricercatore” non rappresenta alcun rischio.