Google ha annunciato che collaborerà con JK Rowling per la distribuzione degli ebook di Harry Potter.
La decisione della scrittrice di distribuire l’attesa versione digitale della saga che ha traghettato nell’adolescenza le ultime generazioni di bambini, attraverso il sito (atteso per autunno) Pottermore come unico mercato virtuale, sembrava escludere collaborazioni con distributori terzi come Amazon o Apple . Ma alla fine a spuntarla è stata Google.
L’accordo con Mountain View non cambia quel primo annuncio: i volumi digitali della saga del maghetto e di Tu-sai-chi saranno venduti da ottobre attraverso il sito dedicato al suo universo, ma sarà anche possibile conservarne una copia nella libreria in the cloud di Google ebook, saranno sempre le tecnologie di Google ad essere adottate per la distribuzione delle copie destinate ad altre piattaforme di ereading e Google Checkout sarà il sistema di pagamento preferito sul sito (anche se sarà possibile pagare anche con carta di credito o prepagata).
La principale conseguenza dell’adozione del formato aperto di Google ebook sarà che, almeno inizialmente, gli utenti di Kindle rischiano di avere qualche problema, dal momento che l’e-reader di Amazon – a differenza di quelli iOS, Android, del Nook o dei lettori Sony – ancora non supporta il formato adottato da Mountain View. Tuttavia un portavoce di Amazon ha riferito che stanno “lavorando strettamente con Pottermore per assicurarsi che i libri di Harry Potter siano a disposizione dei suoi utenti”.
Dal punto di vista di Google, invece, l’accordo rappresenta un’occasione unica per mettere in mostra il suo sistema di pagamento e spingere la diffusione dei suoi ebook e della sua libreria tra le nuvole.
Potrebbe, d’altronde, rappresentare anche una mossa strategica significativa dal momento che Google si trova costretta da una sentenza di un giudice federale a trovare un accordo con gli editori entro settembre: si tratta del caso aperto dagli editori riuniti nell’ Association of American Publishers e nella Author Guild , che hanno denunciato Google in seguito alla sua pratica di digitalizzazione dei volumi e che avevano raggiunto un accordo con Mountain View nel 2008, stralciato dal giudice in quanto sembrava andare “oltre” riconoscendo a Google diritti che l’avrebbero messa troppo in vantaggio rispetto a possibili concorrenti.
Lo stesso giudice aveva sollecitato un nuovo accordo per cui aveva dato precise indicazioni, ma dato che nel frattempo è passato tempo senza che si sapesse più nulla, ora ha deciso di mettere pressione alle parti.
Claudio Tamburrino