Il prontuario online per babbani dedicato all’universo narrativo di Harry Potter lascia spazio ad un desolante collage di annunci pubblicitari: The Harry Potter Lexicon è offline, né troverà il modo di riversarsi su carta. J.K. Rowling, madre padrona del maghetto che ammalia giovani e adulti, si dichiara entusiasta: non tutte le opere collaterali prodotte da autori non autorizzati hanno diritto ad esistere.
Ad accordare a Rowling il diritto di decespugliare le diramazioni della propria fantasia, il giudice Robert Patterson. Era stato incaricato di valutare la posizione di RDR Books , casa editrice che avrebbe dovuto pubblicare The Harry Potter Lexicon , un’opera di fan fiction nata come sito web, che ricostruiva e ordinava eventi e personaggi della saga.
Rowling non si era scagliata contro il sito, del quale tesseva le lodi ammettendone l’utilità per ricostruire dettagli dell’intreccio narrativo, quanto contro la metamorfosi cartacea e potenzialmente profittevole del Lexicon . Steve Vander Ark, libraio e appassionato della serie, meditava di travasare la sua opera di fan fiction e la sua passione in un libro tradizionale. Rowling, furente, accusava Ark di essersi appropriato della sua fantasia e di averla concentrata in un’operazione commerciale che avrebbe potuto attentare al successo di un progetto previsto dall’autrice nel prossimo futuro, una potterpedia i cui ricavati sarebbero stati donati in beneficenza.
Così come era accaduto indistintamente per copie pirata e anticipazioni e per le declinazioni accessibili del testo , Rowling aveva dichiarato di sentirsi espropriata del proprio nome e della propria creatività. Il giudice Patterson le ha dato ragione : “Il Lexicon, nel suo proposito di fungere da guida, si appropria in maniera troppo massiccia dell’opera creativa di Rowling”. Per questo motivo ha esteso il blocco provvisorio sull’opera di Ark, un provvedimento messo in campo per “prevenire l’eventuale proliferazione di opere che poggino sullo stesso principio e quindi sviliscano l’incentivo per gli autori originari a creare nuove opere”.
Non si intendono scoraggiare le opere di fan fiction, non si intende istituire un precedente che possa tarpare le ali alla creatività degli appassionati. Il Lexicon non si può ascrivere alla dottrina del fair use in quanto si presenta come una copia troppo pedissequa, ha decretato il giudice, non attorniata di materiale originale quella che è una semplice rielaborazione dell’opera della scrittrice. Esistono però opere derivate che non si limitano ad attingere e a riorganizzare stralci copiaincollati di opere protette: questo tipo di opere, ha spiegato il giudice Patterson, “andrebbero incoraggiate, non sbaragliate”.
Anthony Falzone, legale della Stanford Law School che ha affiancato RDR Books nella sua difesa contro Rowling, ha accolto la decisione del giudice lasciando trasparire l’intenzione di ricorrere in appello, forse incoraggiato dal fatto che “la corte ha riconosciuto in linea generale che gli autori non hanno il diritto di fermare la pubblicazione di guide e di opere collaterali”. Ne esistono già molte, dentro e fuori dalla rete, due delle quali sono scaturite dalla penna della stessa Rowling facendo affluire nelle sue tasche 30 milioni di dollari.
Dallo scontro con Ark e RDR Book, Rowling ha recuperato poco più di 6mila dollari e l’assicurazione che il Lexicon non possa causare “danni irreparabili” in vista del lancio dell’enciclopedia potteriana ufficiale. C’è chi suggerisce che l’autrice avrebbe potuto trarre molto di più dal duello: avrebbe potuto alimentare l’intangibile aura che circonda la sua figura e il mondo magico di Harry Potter. Sono attributi che si riverseranno invece su Ark, lo sconfitto: in programma c’è una nuova opera derivata. Contiene per ora solo poche parole distillate dalla saga originale, parole che è probabile scompaiano prima della pubblicazione: “Abbiamo chiesto l’autorizzazione – ha spiegato un rappresentante dell’editore – ma immagino che rinunceremo ad includerle perché l’autorizzazione non giungerà mai, o non ci verrà accordata”.
Gaia Bottà
UPDATE: I lettori segnalano che The Harry Potter Lexicon è ancora online all’indirizzo hp-lexicon.info .