New York (USA) – Il fenomeno del P2P è in costante aumento, almeno secondo le statistiche , ma la lotta alla pirateria continua. Nelle ultime settimane l’americana HBO si è distinta per l’adozione di una strategia piuttosto efficiente. In pratica, oltre a rendere disponibili finti download sulla piattaforma P2P BitTorrent , è riuscita ad inficiare le perfomance di scaricamento dei file condivisi dagli utenti.
HBO , per la cronaca, è uno dei produttori, nonché canali televisivi, di riferimento negli Stati Uniti. Un pezzettino del colosso Time Warner che ha realizzato successi televisivi come “Sex and the city”, “Sopranos” e “Six feet under”. Quasi ovvio, vista l’impostazione del mercato, che BitTorrent venga percepito come una spina nel fianco , perché migliaia di utenti condividono le puntate delle numerose fiction del palinsesto televisivo.
Per contenere il problema, almeno per la nuovissima serie Rome , la soluzione è stata chirurgica . Sono stati creati tonnellate di “tracker”, le “guide” che consentono agli utenti di scaricare materiali via BitTorrent, che in verità portano a file fasulli. In pratica, anche se il client utente è pensato per riconoscere questo genere di bypass , per scaricare un file ci impiega molto più tempo. In sostanza, se vengono individuati un centinaio di “peer” e solo la metà funziona realmente, il client di scambio ha comunque bisogno di analizzarli tutti.
Gli utenti più smaliziati hanno già trovato in Peer Guardian 2 un utile alleato, dato che dispone di una black list di finti “peer” aggiornabile online. La questione, però, è che il fronte si sta allargando decisamente: gli Internet Service Provider che collaborano sono numerosi. Fra questi spicca Media Sentry , avanguardia anti-pirateria delle major.
Va anche detto che l’idea di mascherare i file circolanti è tutt’altro che nuova ma ora è certo che la battaglia di HBO sarà seguita con grande interesse da tutti i produttori di contenuti che vedono nel P2P e nella condivisione del download concessa da BitTorrent il loro nemico numero uno.
Dario d’Elia