Dopo un paio di giorni passati a indagare sull’autenticità della master key della protezione HDCP rilasciata online, Intel conferma che la chiave è reale e avrà effetti concreti sul mercato dell’elettronica di consumo . Nel contempo il chipmaker continua a considerare il sistema DRM una protezione valida e consiglia ai partner che ne fanno uso di adire le vie legali in caso di violazioni del copyright conclamate.
“Abbiamo testato questo materiale pubblicato online, dice il portavoce di Intel Tom Waldrop, “Il risultato è la generazione di chiavi di prodotto… il risultato netto è che si tratta di una circonvenzione del codice”. HDCP è stato dunque crackato in via “ufficiale”, e Waldrop specula sulle possibili implicazioni di mercato.
Nelle parole del portavoce del chipmaker – che licenzia HDCP ai produttori di dispositivi di home entertainment – l’esito più probabile è che adesso qualcuno si industrierà per creare un chip contenente la master key , con cui decodificare i contenuti protetti sui dischi Blu-ray in alta definizione. “È difficile da predire al 100%”, dice Waldrop, “ma questo sembra essere lo scenario più probabile”.
Difficile invece che la master key di HDCP venga utilizzata per un decodificatore software, sostiene Waldrop, ma anche in questo caso “mai dire mai”. Nel mentre Intel sta provvedendo ad avvisare i suoi numerosi partner che implementano la protezione nei propri dispositivi: continua a considerarla un mezzo di protezione valido e consiglia all’industria dei contenuti di attivare i relativi squadroni di avvocati nel caso in cui venisse individuato materiale in HD pirata.
HDCP continua a rappresentare una protezione valida , sostiene Intel, nella stessa misura in cui le major continuano a implementare CSS sui DVD nonostante la protezione sia stata definitivamente archiviata 10 anni fa grazie allo storico lavoro di hacking di DVD Jon e sodali . HDCP continua a rappresentare una protezione adeguata nonostante i contenuti in alta definizione non autorizzati siano disponibili già da svariati anni sul file sharing, suggerisce Intel.
Che il meccanismo di protezione di HDCP fosse fallato era dopotutto un fatto noto già dal 2001, quando Scott Crosby individuò le falle della revisione 1.0 dello standard – ora arrivato alla versione 1.3 – proprio in merito al protocollo di autenticazione che è stato letteralmente spazzato via dalla pubblicazione della master key della tecnologia di cifratura.
“Non sono il solo ad aver predetto che potesse accadere una cosa del genere – commenta ora Crosby – la master key può essere calcolata a partire dalle chiavi segrete contenute in un minimo di 40 televisori, monitor per computer, schede grafiche o player video e milioni di schede video e TV compatibili HDCP sono già nelle case delle persone in tutto il mondo”.
Sul suo blog Freedom to Tinker , Ed Felten fa una disamina del meccanismo di autenticazione di HDCP e descrive le reali implicazioni della pubblicazione della master key per utenti, mercato e hacker: “L’impatto del fallimento di HDCP sarà di secondaria importanza”, scrive Felten, gli utenti continueranno ad avere problemi con il funzionamento dei dispositivi HD con schermi e televisioni, e i produttori continueranno a usare la licenza HDCP come se nulla fosse perché “HDCP è sempre stato più uno strumento per modellare il mercato dell’elettronica di consumo che un sistema di sicurezza, ed è improbabile che la cosa cambi”.
Alfonso Maruccia