LegendSky, produttore di hardware capace di scindere i flussi video 4K cifrati sulla base del sistema HDCP e restituire contenuti fruibili anche su dispositivi non abilitati, non ha informazioni sufficienti per confermare o respingere la maggior parte delle affermazioni formulate dall’industria dei contenuti, che la accusa di agevolare la pirateria. Ma è certa di alcuni punti: non c’è alcuna prova che testimoni la correlazione tra i suoi stripper e la pirateria 4K.
L’industria dei contenuti e il suo braccio tecnologico deputato alla blindatura dei flussi video, nello specifico l’organizzazione legata a Intel DCP , ritenevano di poter confidare nella blindatura dello standard HDCP 2.2 . A far vacillare le loro certezze, la circolazione in Rete di release pirata ultra-definite, con ogni probabilità estratte dai flussi streaming trasmessi da piattaforme come Amazon e Netflix. L’industria aveva così indagato per trovare delle correlazioni: il lancio di nuovi splitter HDFury, destinati a decifrare il segnale 4K nel momento in cui viene trasferito su un device secondario rispetto a quello autorizzato, è stato ritenuto il principale indiziato.
È così che Warner Bros e DCP nel mese di gennaio hanno sporto denuncia nei confronti del produttore cinese LegendSky, accusato di violare le prescrizioni del DMCA che vietano l’aggiramento delle tecnologie poste a presidio dei contenuti , contribuendo così ad alimentare la pirateria con i contenuti che consente agli utenti di ottenere “in chiaro”.
Per impedire che l’industria del copyright ottenga l’interruzione della vendita dei dispositivi richiesta alla giustizia statunitense, LegendSky è intervenuta con una eloquente strategia difensiva: nei documenti depositati presso il tribunale di New York presso cui si sta discutendo il caso, si dichiara estranea a gran parte delle argomentazioni di Warner e DCP, e al contempo nega con decisione le accuse, che sarebbero senza fondamento perché non è possibile ottenere le prove che mettono in correlazione l’hardware HDFury con i contenuti pirata .
LegendSky afferma che “l’accusa manca di fornire elementi sufficienti per avviare un processo (…) e in particolare non è in grado di affermare, né di provare, la violazione diretta o indiretta del copyright” da parte dell’azienda cinese: non c’è alcun modo di stabilire una correlazione tra le copie di contenuti 4K che circolano in Rete e l’attività di LegendSky.
Il produttore di HDFury non entra nel merito di ciò che gli utenti possono fare dei contenuti che ottengono con gli stripper HDCP, ma mette le mani avanti limitandosi a dichiarare che il proprio hardware opera in maniera perfettamente legittima, sulla base dell’ eccezione che il DMCA riserva al reverse engineering volto ad aggirare le protezioni per guadagnare “l’interoperabilità fra un programma per computer creato indipendentemente e altri programmi”.
Ciò non bastasse, afferma LegendSky, l’industria del copyright si sarebbe rivolta ad un sistema giudiziario che ha le mani legate nei confronti di un’azienda con sede in Cina.
Per questi motivi, ammonisce l’azienda rivolgendosi al tribunale perché dichiari chiuso il caso, l’industria dei contenuti dovrebbe rinunciare a perseguire i propri intenti, definiti come “un tentativo intenzionalmente illegale di estendere i propri diritti ottenuti in virtù del copyright ben oltre quello che stabilisce la legge”.
Gaia Bottà