Tra Google e Meta sarebbe stato stretto un accordo che, secondo l’antitrust europea e quella del Regno Unito, violerebbe le normative per la libera concorrenza. Il caso gira attorno a “Jedy Blue“, l’accordo che le parti avrebbero stipulato per una collaborazione che avrebbe compresso i margini di concorrenzialità nel settore dell’advertising affermando e consolidando l’oligopolio in essere.
Se le colpe sono circoscritte, meno chiara è invece l’individuazione del colpevole. Secondo quanto rivelato da Margrethe Vestager, infatti, se per fare un contratto bisogna chiaramente essere in due, non è detto che entrambe le parti fossero coscienti delle distorsioni che la cosa avrebbe comportato e pertanto non è detto che la colpevolezza possa essere distribuita equamente tra le parti. Se il ruolo di Google nella vicenda è di fatto acclarato, insomma, meno chiara e definita sarebbe invece la funzione di Meta nella compartecipazione delle responsabilità.
Jedy Blue
L’accordo risalirebbe al 2018 e prevede la partecipazione dell’Audience Network di Meta nel programma Open Bidding di Google. Il sospetto è che la formalizzazione di un accordo possa aver escluso altre compagnie dalla possibilità di competere con Google nell’accaparrarsi le operazioni di Meta e questo avrebbe pertanto creato ulteriore concentrazione di potere nelle mani di Google in ambito adv.
Il tema è tuttavia scivoloso e complesso: le autorità antitrust non dovranno soltanto dimostrare l’accordo tra le parti, ma anche le effettive ricadute sul mercato dell’advertising europeo e gli ipotetici danni apportati in termini di detrimento degli equilibri concorrenziali preesistenti.
L’annuncio parallelo delle due autorità antitrust dimostra come l’indagine preliminare sia proseguita in parallelo ed in collaborazione tra le parti ed ora procederà con approfondimenti separati per arrivare ad una sentenza che possa fare chiarezza di quanto accaduto e dell’eventuale abuso di posizione dominante da parte del gruppo di Mountain View.