Tanto tempo fa, prima di Napster, del file sharing decentralizzato e degli hard disk da 2 terabyte, il passaggio di mano dei contenuti digitali ancora verteva sul caro, vecchio “scambio” nell’ambito di un gruppo ristretto. Il P2P ha cambiato parecchio le carte in tavola, ma ora proprio il P2P, e in particolare la nuova piattaforma di condivisione Hexagon.cc , potrebbe restituire importanza a questo genere di pratica oramai in disuso .
Nato dalle stesse menti che hanno creato il meta-motore di ricerca per torrent IsoHunt , Hexagon.cc si pone esattamente a metà strada tra il file sharing classico, quello che prevede la ricerca dei contenuti da scaricare (e quindi da condividere) su un network ad accesso pubblico, e il concetto di gruppi che a loro volta possono essere chiusi o aperti. “Tutto è incentrato sui gruppi”, dice il founder di IsoHunt Gary Fung, perché “che si tratti di reti di P2P o siti di video flash, un pezzo fondamentale che in genere manca è il contesto sociale”.
Hexagon si prefigge appunto l’obiettivo di riportare in auge il suddetto contesto sociale, permettendo a chiunque di aprire un gruppo specifico attraverso cui condividere contenuti (torrent, file, link a siti web e quant’altro) e decidere liberamente in che modo regolare l’accesso a tali contenuti . Un gruppo può essere gestito come un hub di scambio file tra una ristretta cerchia di persone che si conoscono tra di loro, o anche come una fonte di approvvigionamento aperta a chiunque.
Tra gli obiettivi di Hexagon c’è poi la volontà di trasformarsi in una vera e propria piattaforma di distribuzione digitale per sviluppatori indie, artisti e software house su rete BitTorrent, con la possibilità di gestire in maniera diretta il marketing e l’interazione con i fan e di generare guadagni sia in maniera diretta (vendita) che indiretta (advertising online).
Il servizio, attualmente in stato di beta semi-privata accessibile su invito, non fa mistero di voler utilizzare il file sharing come strumento di condivisione e business legale piuttosto che il contrario, anche se teoricamente sarebbe possibile scambiare contenuti dalla provenienza non esattamente cristallina in gruppi protetti dalla cifratura SSL e invisibili ai non-membri.
Alfonso Maruccia