Highlight: la privacy è solo un'abitudine

Highlight: la privacy è solo un'abitudine

Un'app per iPhone che fagocita senza remore i dati geolocalizzati. Diffondendoli in maniera silente a tutti i contatti su Facebook. Gli attivisti insorgono: nessuna policy in materia di privacy. Il CEO: Highlight diventerà di massa
Un'app per iPhone che fagocita senza remore i dati geolocalizzati. Diffondendoli in maniera silente a tutti i contatti su Facebook. Gli attivisti insorgono: nessuna policy in materia di privacy. Il CEO: Highlight diventerà di massa

Si immagini un servizio mobile che permetta ai suoi utenti di trovare bar e ristoranti con un paio di tocchi sul display, in collegamento diretto con l’immenso database di Facebook. Non solo un’applicazione capace di scovare locali per un drink, ma anche di individuare l’esatta posizione di amici e amici di amici iscritti alla piattaforma in blu.

È quanto ideato dai creatori di Highlight , l’applicazione per iPhone presentata nel corso dell’ultima edizione dell’evento high-tech South by Southwest in Texas. E la funzionalità promessa è di quelle da incubo per tutti gli attivisti della privacy: l’app lavorerà in maniera silente, fagocitando a ripetizione le varie posizioni geolocalizzate del telefono .

Al momento dell’installazione, Highlight chiede all’utente di collegare il proprio account sul social network di Mark Zuckerberg. Senza alcuna richiesta di permesso, l’applicazione avvia un flusso continuo di condivisione dei vari dati geolocalizzati a tutti gli amici del singolo account .

Nessuna policy in materia di privacy, nessun messaggio esplicativo sul modo in cui le informazioni personali verranno rastrellate o condivise con terze parti. Highlight sembra non avere alcuno scrupolo per la protezione della riservatezza. L’app è dunque capace di accedere liberamente a tutte le informazioni presenti sul sito in blu .

“Quando emersero per la prima volta piattaforme come Facebook, Twitter o Foursquare, la gente le guardava e pensava inquietata: perché dovrei farlo? – ha spiegato Paul Devison, CEO di Highlight – Il nostro servizio diventerà di massa, proprio come è successo per gli altri siti specializzati nella condivisione”.

Ma non tutti “i siti della condivisione” sembrano ignorare il problema privacy. Dopo lo scandalo delle rubriche , il social network Path ha rilasciato un aggiornamento che chiederà sempre agli utenti di autorizzare o meno l’invio delle informazioni verso i server interni .

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
9 mar 2012
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