Los Angeles (USA) – 30mila dollari per ogni file contenente un lungometraggio scaricato da Internet e multe fino a 150mila dollari se chi lo ha posto in condivisione sapeva quel che faceva. Si presenta con queste straordinarie richieste di risarcimento la prima ondata di denunce contro gli utenti Internet americani, volute dagli studios di Hollywood.
Annunciate nelle scorse settimane in quanto ritenute l’unica via per porre fine alla libera circolazione dei film e di altre opere audiovisive su Internet, le denunce sono dunque partite. Ma gli studios della MPAA , l’associazione di categoria, non hanno voluto dichiarare né di quante denunce si tratta né dove sono state presentate . Ed è probabile che vogliano rivendersi questa informazione in comunicati che distribuiranno nei prossimi giorni, nella speranza di alimentare una campagna stampa contro il peer-to-peer.
Scopo dichiarato delle azioni legali contro i singoli utenti, infatti, non è tanto quello di “rientrare” di qualche decina di migliaia di dollari a titolo di compensazione per i film fin qui circolati sulla rete, quanto invece di creare un caso che possa agire come deterrente per gli utenti del P2P , per scoraggiarli dall’usare le piattaforme di scambio. Una strada già percorsa dalla RIAA , i discografici statunitensi, che non è però servita a ridurre il fenomeno del P2P , oggi più vitale che mai.
La MPAA ha poi sottolineato che intende rendere disponibile gratuitamente a tutti il proprio programma di monitoraggio delle reti del P2P , software pensato per individuare quali file contenenti film si trovano sull’hard disk di un computer connesso alle reti di scambio e quali siano i programmi di sharing installati.
Non solo. Gli studios hanno anche sottolineato che tutte le informazioni che vengono rilevate dal programma possono essere utilizzate anche per cancellare “qualsiasi film o file musicale salvato in violazione della legge”, nonché per rimuovere programmi di file sharing installati sul computer. L’idea, dunque, è che gli utenti usino il software per mettersi in regola, cancellando file e programmi .
La MPAA crede così fortemente nella possibilità che ciò avvenga (e cita i casi di genitori che vogliano assicurarsi che i computer di casa usati dai figli non contengano file fuorilegge), che il programmino spaccatutto sarà pubblicato per download su un sito dedicato alla sensibilizzazione dei consumatori contro la pirateria.
Il sito farà parte di una imponente campagna di informazione che nei prossimi mesi accompagnerà la battaglia legale degli studios. Sarà anche rinforzata la presenza di spot antipirateria nei cinema prima delle proiezioni, una misura ormai adottata anche in Europa e in Italia, fin qui senza molto successo.
Va detto che la nuova crociata legale era nell’aria da tanto tempo e se ne avranno l’occasione c’è da scommettere che le major di Hollywood cercheranno di portare la propria guerra al di fuori dei confini americani . È ormai infatti più di un anno che ai provider europei, compresi quelli italiani, arrivano decine di diffide della MPAA per le attività degli utenti nostrani, diffide che non hanno peraltro alcun valore nel nostro ordinamento.