È una stretta di mano da 21,88 miliardi di dollari (spalmati su dieci anni) quella che lega Microsoft all’esercito statunitense e che prevede la fornitura di visori HoloLens da impiegare negli scenari bellici. Il programma IVAS (Integrated Visual Augmentation System) avviato negli anni scorsi è dunque pronto per passare dalla fase di prototipazione a quella di produzione vera e propria, con l’obiettivo di fornire in tempi brevi i dispositivi da impiegare sul campo.
Microsoft e US Army, avanti con IVAS
Alla base dei visori c’è la seconda generazione di HoloLens e le tecnologie cloud dell’infrastruttura Azure. Una volta indossati, saranno in grado di consentire ai militari la condivisione di informazioni operative, così da renderli più efficaci sul campo di battaglia. L’assemblaggio avverrà entro i confini USA.
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Non si è fatto attendere un intervento critico da parte dell’associazione Microsoft Workers 4 Good: Preferiremmo Microsoft prendesse oggi le difese delle persone transgender in occasione della Giornata Internazionale della Visibilità Transgender anziché costruire armi da guerra
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We would much rather Microsoft used today to stand up for Transgender people everywhere on Transgender Day of Visibility, instead of building weapons of war. https://t.co/kHZycRhpvM
— Microsoft Workers 4 Good (@MsWorkers4) April 1, 2021
Pronta anche la replica di Brad Smith, Presidente del gruppo, che sottolinea l’importanza del ruolo svolto negli ultimi due secoli dalla tecnologia per la difesa della nazione e il longevo impegno della società nei confronti del Dipartimento della Difesa e dell’esercito americano. Ne è conferma l’assegnazione a Microsoft del bando da 10 miliardi per il progetto JEDI (Joint Enterprise Defense Infrastructure) che ha visto la società spuntarla sui concorrenti Amazon, Google, IBM e Oracle.