Secondo uno studio condotto da Jupiter Research , il 75 per cento dei netizen naviga sui siti preferiti a partire dalla home page. Ma il dato più succoso è un altro: due terzi delle visite dei siti più popolari arrivano dai motori di ricerca direttamente nelle pagine interne.
“Le tendenze dettate dai social media , dalla rivoluzione degli schemi e dalla presenza della banda larga stanno definendo un nuovo paradigma di sviluppo (dei contenuti, ndR), concentrato sulla pagina e sulla promozione “, spiega il direttore ricerche di Jupiter Research, David Card, a cui fa eco il presidente David Schatsky: “Il Web è l’avanguardia della frammentazione mediatica. I content programmer debbono abbracciare il fenomeno se vogliono mantenere la possibilità di determinare il se , il dove e il come i consumatori fruiranno dei contenuti e interagiranno con essi”.
Una valutazione che non si esaurisce con dei semplici suggerimenti. Jupiter propone la ricetta della pagina perfetta : il 40 o il 50 per cento dello spazio dovrebbe essere dedicato alla combinazione tra navigazione e promozione, mantenendo sommari di notizie o singoli articoli entro percentuali tra il 20 e il 30 per cento. Si deve poi riservare uno spazio compreso tra il 10 e il 15 per cento allo user generated content e, infine, tra il 15 e il 20 per cento alla pubblicità. L’uso di tecniche meno recenti – quali artifici grafici dinamici, la promozione di contenuti “più letti” o correlati all’argomento principale – possono ancora portare qualche piccolo margine di vantaggio, a condizione che siano impiegate una sola volta in ogni pagina.
Ne deriva un design del sito fortemente incentrato sulla home page, nel quale la pagina principale, oltre ad essere essa stessa fonte di informazioni, dovrebbe rappresentare accuratamente il concentrato di tutto quanto si trova sul sito. Un modus operandi , peraltro, che dalla stampa tradizionale utilizza già da tempo.
Nel 2004 Jupiter Research aveva dato indicazioni diverse, secondo cui nella pagina ideale avrebbe dovuto dominare il contenuto editoriale, con il trading degli spazi, sia pubblicitari che contenitori di altre notizie, a occupare meno di un terzo del totale, e navigazione e ricerca relegate nel resto dello schermo.
Marco Valerio Principato