Dopo le promettenti dimostrazioni offerte nell’ormai lontano 2006, i ricercatori della joint venture tra Honda , ATR e Shimadzu hanno dato nuova dimostrazione delle capacità della loro Brain Machine Interface l’interfaccia neurale in grado di guidare Asimo, il celebre robot della casa nipponica, con il solo ausilio della mente. La nuova versione del sistema arriva dopo un sostanziale restyling, soprattutto in materia di tecnologie utilizzate, che ha permesso al team di studiosi di illustrare le capacità raggiunte da Asimo. Ma anche dall’industria robotica locale, in forte ascesa e votata al sostegno di un popolo che invecchia sempre di più.
L’interfaccia neurale, identificata anche dall’acronimo BMI è stata ridisegnata e condensata in un unico dispositivo collegato ad un eccentrico casco il cui scopo è carpire i segnali elettrici emessi dal cervello e trasformarli in comandi da impartire ad Asimo. A differenza dei precedenti esperimenti, che utilizzavano la risonanza magnetica per capire quali zone del cervello entrano in funzione per poi trasformarle in impulsi motori, il nuovo sistema adotta l’azione combinata di elettroencefalografia ( EEG ) e spettroscopia ad infrarossi ( NIRS ) per catturare l’attività del cervello e per analizzare i dati e trasformarli in comandi per Asimo.
Il vero punto di forza del dispositivo risiede nel fatto che non si tratta di una tecnologia invasiva: come ribadito più volte da Honda e soci, non c’è da premere alcun bottone, così come non è necessario impiantare alcun componente nel corpo dell’individuo che impartisce gli ordini al robot. L’operazione, riprodotta nel video in basso, è semplicissima, al punto tale da poter essere effettuata indossando delle comode pantofole. Una volta indicata l’azione da far compiere al pilota umano, in questo caso muovere la mano destra, il pensiero viene sintetizzato dal sistema e trasformato in comando per il robot che, una volta compresi gli ordini esclamerà qualcosa del tipo “Sì, ho ricevuto i risultati e credo siano corretti. L’ordine è mano destra “, per poi lanciarsi in una riuscita coreografia che culmina con l’esecuzione dell’esercizio richiesto.
Attualmente, per impartire un ordine al robot sono necessari circa 5-10 secondi in tal senso non sembrano essere stati fatti significativi progressi rispetto ai 7 secondi necessari nei precedenti esperimenti. Va comunque detto che la precisione globale del sistema è stimata intorno al 90% , 5 punti percentuali in più rispetto al 2006. Nonostante l’abbandono del vecchio sistema a risonanza magnetica, ritenuto troppo ingombrante e invasivo all’utilizzo anche per via dei campi magnetici generati, non sembra essere ancora chiaro, come e quando si potrà utilizzare un qualcosa di simile senza dover essere vincolati alla mole dell’intera unità.
Secondo quanto si evince dal video, in futuro dispositivi simili potrebbero essere talmente piccoli da poter essere gestiti in tutta comodità ed in assoluta mobilità: come esempi il filmato riporta una situazione in cui una donna riesce a far aprire il portabagagli dell’auto, solo pensando al gesto da compiere. Se tale tecnologia imboccherà la strada sperata dai ricercatori di Honda, ben presto l’umanità potrebbe essere in grado di controllare con la mente qualsiasi oggetto, persino le armi .
Attualmente, i ricercatori di Honda e colleghi non si sbilanciano più di tanto: la sensazione più chiara ed esaustiva che emerge dal contesto è che dispositivi del genere saranno ben lontani dall’essere impiegati per scopi bellici. Contrariamente a quanto avviene negli Stati Uniti , il settore robotico nipponico sembra avere altre priorità, ovvero quelle dettate da un popolo in rapido invecchiamento. A tal proposito il governo ha di recente espresso la volontà di spianare la strada a livello burocratico ed etico affinché i robot del futuro prossimo, che saranno votati al sociale e all’assistenza ad anziani e disabili, vengano introdotti con il massimo profitto per la società. Questo nuovo passo effettuato da Honda potrebbe rappresentare una risorsa preziosa per il futuro: permetterebbe a persone limitate nei movimenti di controllare un drone robotico senza alcuno sforzo.
Vincenzo Gentile