Tra 10 anni i giornali non esisteranno più. Così in una recente dichiarazione Steve Ballmer, CEO di Microsoft. Ma la morte della carta, in passato, era stata argomento di speculazione anche di altri osservatori del fenomeno editoria cartacea. Ora, a gettare acqua sul fuoco arriva Nick Hornby – apprezzato autore del Regno Unito – che in un post sul suo blog rivela la sua visione sul fenomeno dell’ebook o, meglio, su quello che molti vorrebbero divenisse un fenomeno.
Come sottolinea anche Jeremy Ettinghausen, sul sito del prestigioso editore britannico Penguin Book, “potremmo essere sull’orlo di una rivoluzione nella distribuzione dei libri e nei modi nei quali le persone ne usufruiscono: ma la parola chiave è potremmo “. Non sarebbe la prima volta che qualcuno azzarda una previsione su quando la carta sparirà dagli scaffali delle librerie (e magari spariranno pure le librerie) o dagli archivi degli uffici: in Italia, si parla anche di un progetto per eliminare i libri di testo dalle aule in favore degli equivalenti digitali. Eppure, fino ad oggi, tutte le previsioni si sono rivelate inesorabilmente fallaci .
Hornby tenta di offrire una spiegazione al motivo di questa lentezza nella diffusione del libro elettronico. Di ragioni e di argomentazioni ne introduce 5+1, tutte più o meno condivisibili, tutte dettate dalla sua personale visione del fenomeno libro digitale : la prima, manco a dirlo, è il sentimento che ogni lettore prova rispetto al libro fisico. Toccarlo, maneggiarlo, portarlo con sé e tenerlo sul comodino. Un sentimento simile a quello provato dagli appassionati di musica per i vinili , contrariamente a quanto accaduto con i CD: un supporto, quest’ultimo, che per molti motivi non ha mai fatto davvero breccia nei cuori dei puristi dell’ascolto.
Il secondo, nel quale Hornby rivela una sua predilezione per i prodotti disegnati a Cupertino, è l’assenza di un lettore per ebook prodotto da Apple : a suo dire, questo farebbe sì che non ci sia in circolazione un prodotto con adeguato hype al suo contorno , con una estetica che da sola basti a farne la fortuna. L’andamento delle vendite di Kindle , uno dei più chiacchierati reader di questo tipo, resta un mistero gelosamente custodito da Amazon, anche se gli addetti ai lavori si dichiarano scettici sul suo reale gradimento da parte dei consumatori.
Poi c’è la questione contenuti, che ha una doppia faccia. Innanzi tutto, sui lettori MP3 gli utenti hanno sempre materiale pronto da infilarci: CD, musica di dubbia provenienza, tutto fa brodo. Di ebook, invece, non è che ci sia in giro tutto questo materiale: pochissimi ne possiedono, i posti dove procurarseli o acquistarli non sono così capillarmente diffusi come con la musica, e poi di libri la maggioranza ne legge pochi ogni anno. Spendere centinaia di sterline o di euro per un reader che si userà una manciata di volte ogni 12 mesi, appare ai più una spesa voluttuaria .
Infine ci sono le abitudini umane. Prima di tutto, i lettori di libri sono tendenzialmente tradizionalisti e dunque spesso guardano con sospetto alle novità tecnologiche: ci vuole del tempo prima che le accettino e le adottino, e lo stesso accade – dice Hornby – è accaduto e accadrà con gli ebook. Infine, con questi iPod e lettori multimediali che sempre più spesso sono in grado di riprodurre filmati, serie TV e film, anche quei pochi spazi dove la lettura del libro era l’unico passatempo – viaggi in treno, aereo o nave – verranno riempiti dall’immagine a tutto svantaggio della parola scritta.
Dunque soprattutto, ed è questa la considerazione finale di Hornby, di libri se ne leggono sempre meno . Un pensiero condiviso in passato anche da Steve Jobs, e che all’epoca gli attirò non pochi strali da parte dei sostenitori di narrativa e saggistica. Ma, ribatte Hornby: “I problemi dell’industria musicale sono molti e profondi, ma non vedrete certo in giro pubblicità che ci invitano ad ascoltare più musica. (…) Il problema è far pagare ai consumatori per la musica, non convincerli ad ascoltarla”.
Dunque per ebook e reader non c’è ancora spazio nella vita dei consumatori, almeno secondo lo scrittore. Forse in futuro pian piano la carta lascerà spazio ai bit, ma non è ancora giunto il momento. D’altronde, conclude ironico Hornby: “Avete visto teenager nel Regno Unito maltrattare i propri genitori per avere un Kindle? No? Neppure io”.
Luca Annunziata
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