Un team di ricercatori internazionale propone una tecnologia chiamata HORNET , sistema di “routing a cipolla” che si propone come alternativa al solito network di Tor capace di offrire una connettività migliore sia sul fronte della sicurezza che – anzi soprattutto – in fatto di performance velocistiche.
HORNET permette di stabilire canali di comunicazione anonimi end-to-end usando un’architettura di rete di nuova generazione, spiega il lavoro firmato da Chen Chen, Daniele Enrico Asoni, David Barrera, George Danezis e Adrian Perrig, operando a livello di rete (livello 3 dello standard ISO/OSI) e permettendo lo sviluppo di un ampio spettro di applicazioni telematiche.
Il segreto delle capacità di HORNET sta nell’ efficienza del sistema , sostengono i ricercatori: diversamente dalle altre reti a cipolla (Tor), i router appartenenti a un circuito HORNET non mantengono gli stati sul flusso delle trasmissioni né eseguono operazioni di calcolo complesse, definendo una struttura che permette di scalare molto più facilmente verso l’alto con l’aggiunta di nuovi client.
Su HORNET lo stato delle connessioni (incluse le chiavi crittografiche) viene trasportato assieme agli header dei pacchetti di dati, così che i nodi intermedi della rete possano trasferire velocemente il traffico per un ampio numero di client.
In soldoni, un nodo HORNET è in grado di processare traffico di rete anonimizzato per 93 Gb/s; i dati sono protetti con un sistema di crittografia simmetrica, e l’aggiunta di nuovi canali anonimi incrementa le necessità di calcolo in maniera marginale. Per quanto riguarda la sicurezza, infine, HORNET protegge contro i tentativi di attacco e “de-anonimizzazione” costringendo gli eventuali attaccanti a prendere il controllo di “una significativa percentuale degli ISP” internazionali.
Alfonso Maruccia