A rivelarlo in esclusiva è stato un articolo pubblicato su TorrentFreak : i responsabili del servizio di file hosting Hotfile avrebbero lasciato di sasso centinaia di utenti registrati, annunciando all’improvviso l’avvenuta chiusura di altrettanti account premium .
Una comunicazione secca e repentina, inviata in automatico dal cyberlocker panamense a determinati utenti che avevano tentato l’accesso. “Siamo spiacenti di informarla che il suo account è stato sospeso – si può leggere in uno di questi messaggi – Dovrebbe aver già ricevuto un messaggio di posta elettronica contenente maggiori informazioni sull’accaduto”.
E TorrentFreak ha riportato il contenuto di una di queste email: “Il suo account è stato chiuso a causa di una violazione ripetuta del copyright”. Una semplice riga prima di scoprire che qualsiasi tipologia di contenuto caricato dall’utente era stata cestinata dai responsabili di Hotfile .
E non solo. Stando a quanto riportato dall’articolo, alcuni degli utenti coinvolti avrebbero dovuto ricevere dal servizio di file hosting il pagamento di cifre fino a mille dollari , normalmente previste nell’ambito del cosiddetto programma delle ricompense. Generalmente previste per gli utenti premium più attivi in fase di upload.
Non è chiaro se si tratti di una decisione presa in seguito all’ offensiva legale lanciata dalla Motion Picture Association of America (MPAA) contro il gestore di Hotfile Anton Titov. Il cyberlocker , secondo i detentori dei diritti, avrebbe lucrato sullo scambio sistematico dei vari contenuti made in Hollywood . I legali di MPAA avevano chiesto ad un giudice di Miami di optare per i cosiddetti statutory damage , pari a 150mila dollari a contenuto scaricato.
È tuttavia vero che già in passato Hotfile aveva provveduto alla sospensione di account particolarmente dediti alla condivisione illecita dei contenuti. Le stesse condizioni d’uso del cyberlocker proibiscono il caricamento/scaricamento in violazione del copyright. Le forbici del servizio di file hosting sembrano ora decisamente più affilate.
Mauro Vecchio