Tra le vendite in calo e drastici tagli al personale , è l’ annus horribilis per il colosso statunitense Hewlett-Packard (HP). Nell’anno fiscale 2012, l’azienda californiana ha registrato un fatturato netto di 120,4 miliardi di dollari, in calo del 5 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2011 .
Nel quarto e ultimo trimestre d’attività fiscale, il fatturato netto di HP si è assestato sui 30 miliardi di dollari, il 7 per cento in meno rispetto agli ultimi tre mesi dell’anno scorso. Le perdite dell’azienda di Palo Alto hanno portato ad un forte ribasso nel valore azionario, sceso di 3,49 dollari e addirittura di 6,41 dollari se considerato l’intero periodo fiscale dalla fine dello scorso novembre .
Pesa come un macigno la svalutazione della software house britannica Autonomy, acquisizione fortemente volta dall’ex-CEO Leo Apotheker ora sostituito da Meg Whitman. Nonostante l’iniziale ritrosia dello stesso consiglio d’amministrazione di HP – considerato esagerato il prezzo finale dell’acquisizione – Autonomy veniva rilevata per una cifra di poco superiore ai 12 miliardi di dollari .
In un breve comunicato diramato da HP, si spiega che l’acqusizione di Autonomy ha portato ad ingenti oneri di ristrutturazione, legati ad una serie di gravi e fuorvianti irregolarità contabili. Una valutazione errata della società britannica, che sarebbe stata prodotta prima dell’acquisizione e poi venuta a galla dopo circa sette mesi di indagini interne .
Il colosso statunitense ha ora chiesto alla Securities and Exchange Commission (SEC) di avviare un’indagine contro i vertici di Autonomy, accusati di frode fiscale per aver diffuso informazioni volutamente errate sullo stato delle proprie finanze . La svalutazione ha portato ad un buco da 8,8 miliardi di dollari per HP, che ha così concluso il suo anno peggiore dal lontano 2002.
Mauro Vecchio