Il rallentamento generale delle vendite è ormai conclamato , e neppure la californiana HP sfugge alla crisi. Nel primo trimestre dell’anno fiscale 2009, chiuso lo scorso 31 gennaio, i profitti sono stati inferiori alle aspettative e allo stesso periodo dello scorso anno. Male anche i dividendi, inferiori alle stime degli analisti: a pesare sono soprattutto i cali delle divisioni PC e stampanti, mentre si salva quella dei servizi.
Negli ultimi due mesi del 2008 e nel primo del 2009, vale a dire in pratica durante il periodo natalizio, HP ha fatto registrare un profitto di 1,85 miliardi di dollari (1,5 miliardi di euro), vale a dire circa il 10 per cento meno rispetto ai 2,1 miliardi fatti registrare nel Q1 del 2008. A pesare sui conti, tuttavia, una serie di spese una tantum legate essenzialmente all’ acquisizione e al riassetto di EDS , avvenuta nel corso dell’anno: senza questi costi, gli utili avrebbero sfiorato i 2,3 miliardi di dollari e si sarebbero portati in linea con le previsioni degli analisti.
Complessivamente, in ogni caso, il fatturato è rimasto in lieve crescita rispetto allo scorso anno: con un incremento di appena l’1 per cento si è portato a quota 28,8 miliardi di dollari (22,8 miliardi di euro), comunque ben al di sotto delle stime che avevano posto l’asticella per l’azienda di Palo Alto appena sotto i 32 miliardi di dollari. Di segno opposto i dividendi , come già anticipato in calo e inferiori alle attese: nel primo trimestre HP pagherà appena 75 centesimi di dollaro (0,6 euro). Sarebbero stati 93 centesimi senza le spese per EDS.
Nonostante l’azienda si dichiari comunque pessimista per i prossimi trimestri, visto il quadro dell’economia mondiale, prevedendo fatturato in calo del 2 o del 3 per cento, il management resta ottimista: potrebbe verificarsi una contrazione degli utili, ma le iniziative intraprese per la ristrutturazione del personale in seguito alla acquisizione e ulteriori misure avviate in queste settimane dovrebbero garantire un consistente taglio alle spese garantendo la salute dei conti.
Prima di tutto verrà portata a compimento l’annunciata ristrutturazione del settore dei servizi nato dalla fusione delle attività HP ed EDS, che ha già mandato a casa circa 9mila lavoratori. In totale saranno tagliati poco meno di 25mila posti di lavoro , per eliminare tutte le possibili sovrapposizioni conseguenti l’acquisizione da 13,9 miliardi di dollari (11 miliardi di euro), come per altro già annunciato all’epoca dell’accordo. Un accordo rivelatosi comunque senz’altro vantaggioso per HP, visto che il settore dei servizi ha fatto registrare – unico comparto – un aumento sensibile del fatturato, tenendo a galla i conti di tutta l’azienda.
Non è andata altrettanto bene alla divisione stampanti , che ha ceduto circa il 30 per cento rispetto a un anno fa: appena 6 miliardi di dollari per un comparto in passato in grado di valere da solo il 40 per cento degli introiti di HP è un segno tangibile della crisi economica. Male pure i PC, in calo del 19 per cento , e lo storage per server sceso del 18. Abbastanza per preoccupare gli analisti, che ora guardano con maggiore attenzione alle prossime mosse dell’azienda californiana.
Forse proprio per dare un segnale, il CEO Mark Hurd ha annunciato che, con effetto immediato, il suo salario verrà decurtato del 20 per cento: analogamente, i dirigenti vedranno calare la loro busta paga del 15 per cento, mentre quadri e impiegati registreranno un taglio rispettivamente del 5 e del 2,5 per cento dei propri stipendi. Misure prese per tagliare immediatamente i costi di gestione di HP, che comprendono anche una revisione dei vari pacchetti di previdenza integrativa e stock option offerti ai dipendenti. In ogni caso, il CEO ha chiarito che le cifre in ballo potrebbero venire compensate attraverso un bonus a fine 2009 nel caso l’economia consentisse ad HP di far registrare nei prossimi trimestri risultati migliori di quanto fino a oggi previsto.
Luca Annunziata