I server ARM di Hewlett-Packard, il segreto tecnologico meno segreto degli ultimi tempi, hanno ufficialmente un nome: HP ha annunciato l’avvio del “Progetto Moonshot”, un piano in più fasi che ha l’obiettivo di ridurre drasticamente la complessità e i consumi energetici dei sistemi server e CED sfruttando in particolare l’architettura RISC del designer britannico. E presto anche Intel dovrebbe essere della partita.
A dir poco ambiziosi, i target preventivati da HP per Project Moonshot : il piano dovrebbe portare alla riduzione delle dimensioni dei data center del 94%, alla riduzione del consumo energetico dell’89% e alla riduzione dei costi economici del mantenimento delle colossali strutture di elaborazione dati del 63% del totale.
La prima fase del progetto Moonshot è l’adozione della piattaforma Redstone Server Development, un design sperimentale per server ultracompatti che sfrutta le CPU ARM-Cortex realizzate da Calxeda ( EnergyCore ): un singolo rack Redstone “vale” 2.800 server, sostiene HP, e riduce la complessità costruttiva dei CED (cablaggio, switch e periferiche di supporto) per il 97%.
HP installerà strutture basate su framework Redstone nei suoi data center sperimentali “HP Discovery Labs” in costruzione negli USA, in Europa e in Asia. La terza fase del progetto Moonshot prevede infine l’attivazione del Programma Pathfinder, grazie al quale i partner di HP forniranno l’assistenza necessaria per l’utilizzo delle unità operative Calxeda su hardware, software e supporto.
Al momento il Programma Pathfinder può contare sulla partnership di ARM e Calxeda, AMD, Canonical e Red Hat. E Intel? Il chipmaker che troneggia nel mondo x86 è inizialmente escluso da Moonshot, ma HP dice di voler aggiungere il supporto all’architettura Atom (istruzioni x86 a basso consumo energetico) in futuro.
Alfonso Maruccia