L’incubo della breve gestione di Leo Apotheker è oramai alle spalle, e per il nuovo CEO di Hewlett-Packard è venuto il tempo di definire la direzione che la società dovrà seguire nel prossimo futuro. L’obiettivo è risollevarsi ma soprattutto di espandere gli affari, i guadagni e i segmenti commerciali in cui investire.
Il compito di Meg Whitman non è dei più facili: il CEO di HP deve convincere investitori, analisti, stampa e utenti del fatto che l’ ingente taglio di forza lavoro (meno 8 per cento) e la poderosa riorganizzazione aziendale serviranno a scorgere la proverbiale luce in fondo al tunnel.
Leo “cloud” Apotheker voleva trasformare il maggior produttore di PC al mondo in una software-company, Whitman sostiene piuttosto che le fondamenta di HP erano e restino quelle. Difficile dargli torto, considerando che i tre quarti dei guadagni della multinazionale provengono dalla commercializzazione di hardware e sistemi informatici.
Oltre l’hardware, però, Whitman tratteggia l’espansione di HP nel mercato della fornitura di servizi: il settore è quello che al momento lussureggia (vedi Apple, Google e compagnia), e per il colosso statunitense è tempo di “aggiornarsi” ai tempi entrando in maniera decisa nel mercato estremamente competitivo del cloud computing.
Una parte essenziale del successo futuro di HP si gioca nel settore ricerca e sviluppo, e non è un caso che il nuovo CEO si stia preoccupando di incrementare gli investimenti in questo comparto per garantire il consolidamento degli asset necessari.
Alfonso Maruccia