Una missiva inviata dal colosso Hewlett-Packard (HP) all’attenzione della statunitense Securities and Exchange Commission (SEC): l’azienda di Palo Alto non avrebbe mai venduto i suoi prodotti al governo siriano, almeno non in maniera diretta e consapevole . Nessuno strumento per le attività di tracciamento e sorveglianza sarebbe finito nelle mani di Damasco con l’avallo della società a stelle e strisce.
Nel novembre 2011, numerosi quotidiani internazionali avevano denunciato la vendita di tecnologie censorie da parte dell’azienda italiana Area, che a sua volta acquistava i prodotti di HP da alcuni rivenditori autorizzati a livello locale. Stando alla lettera inviata alla SEC, i vari partner commerciali di HP non sarebbero mai venuti a conoscenza della effettiva destinazione dei prodotti .
Come noto , il governo di Washington ha da tempo imposto una serie di sanzioni economiche al governo siriano, accusato di violazione dei diritti umani anche attraverso l’utilizzo di tecnologie per la sorveglianza e il tracciamento delle attività digitali . HP non avrebbe mai avuto rapporti diretti con i responsabili di Area, che appunto si sarebbero serviti di un partner non al corrente della situazione.
La stessa azienda di Palo Alto aveva già spezzato i suoi legami commerciali con Area, trovata in violazione dei termini contrattuali nella specifica sezione sulla vendita di prodotti a nazioni sotto embargo o soggette ad altre sanzioni commerciali. Nel mirino della SEC è comunque finita anche la distribuzione di soluzioni IT a società non statunitensi molto attive in paesi come il Sudan , vittima delle stesse sanzioni imposte al governo di Damasco.
Mauro Vecchio