C’è un video su YouTube che ha già conquistato la consistente platea di quasi 300mila visualizzazioni. Il suo titolo è piuttosto eloquente: i computer HP sono razzisti . Nel filmato si può vedere un uomo di colore di nome Desi avvicinarsi con la sedia al computer d’ufficio, posizionandosi con il viso davanti alla webcam. Questa, sfruttando un software di riconoscimento facciale , dovrebbe avere la capacità di seguire l’uomo nei suoi movimenti. E invece no, non succede alcunché.
Come spiega Desi non senza una certa dose d’ironia, il suo essere nero potrebbe interferire con la capacità della webcam di seguire i vari movimenti del corpo. E infatti Desi si sposta, a sinistra, a destra, indietro. La webcam rimane perfettamente ferma. A questo punto, l’uomo invita Wanda, una sua collega bianca, a posizionarsi davanti alla camera. La donna si muove, ruotandosi, e la webcam riconosce i suoi spostamenti, seguendoli con gli occhi elettronici.
A riprova di tutto ciò , nel momento in cui Desi entra insieme a Wanda nel campo visivo della webcam, questa si ferma all’improvviso. “Lo dico – afferma Desi sorridendo – i computer di Hewlett Packard sono razzisti”. Poco dopo la diffusione virale del video, Tony Frosty Welch – community manager di HP – è stato particolarmente rapido a pubblicare un post sul Voodoo Blog dell’azienda di Palo Alto. Per sottolineare innanzitutto come il feedback dei clienti sia molto importante.
Welch ha infatti ringraziato Desi e tutti gli utenti che hanno visto e commentato il video, per aver soprattutto portato all’attenzione di HP il problema legato al riconoscimento facciale della webcam. “La tecnologia che utilizziamo – si legge nel post – è sviluppata a partire da algoritmi standard che misurano le differenze nell’intensità di contrasto tra gli occhi, la parte superiore delle guance e il naso”.
Stando alla spiegazione ufficiale di HP, la webcam potrebbe avere delle difficoltà nel vedere i contrasti in particolari condizioni in cui ci sia un’insufficiente illuminazione in primo piano . Qualcuno ha offerto il suo plauso alla risposta di HP, sottolineando sia la sua velocità sia una certa umiltà nell’ammettere l’errore, linkando il video su YouTube nello stesso post e mettendosi a disposizione degli utenti per eventuali nuove domande sull’argomento. Ma anche per aver sapientemente fatto finta di ignorare le accuse, pur ironiche, di Desi.
Mauro Vecchio