Hewlett-Packard ha denunciato un ex dirigente addetto alle vendite, Adrian Jones, con l’accusa di aver rubato segreti industriali prima di passare alle dipendenze della rivale Oracle.
Nel mondo delle aziende ICT questo tipo di denuncia non è inconsueto, tanto che i contratti di lavoro sono spesso infarciti di clausole di non competizione, di periodo di pausa obbligatoria tra il passaggio da un datore di lavoro ad un altro e obblighi trasversali di riservatezza.
L’ultima vicenda del genere in ordine di tempo risale a fine gennaio, quando Microsoft ha bloccato il passaggio del suo ex general manager al worldwide government Matthew Miszewski a Saleforce.com ; la più estesa riguarda invece la vicenda che vede contrapposte Motorola e Huawei e al centro il passaggio del business delle infrastrutture di rete wireless di Motorola a Nokia Siemens; quella che coinvolge i vertici più alti, invece, è proprio il precedente scontro tra HP e Oracle in occasione del passaggio di Mark Hurd dalla prima alla corte di Larry Ellison e che si è concluso con l’impegno dell’ex CEO a non divulgare o utilizzare i segreti di cui sarebbe a conoscenza.
A complicare la situazione di Adrian Jones, tuttavia, il fatto che nell’accusa HP specifica che l’ex dipendente avrebbe usato una penna USB per copiare varie informazioni riservate tra cui i suoi piani finanziari e strategici , i dati relativi alle vendite e alla politica di impiego.
Con un’ulteriore coincidenza con il caso Hurd, anche Jones ha lasciato HP perché licenziato con accuse legate a note spese eccessive e non direttamente collegate al proprio lavoro .
Presso Oracle ricopre il ruolo di vicepresidente senior per l’Asia Pacifico e il Giappone.
Claudio Tamburrino