Dopo l’acquisizione del 2011, con il contenzioso che si trascina da allora, Hewlett-Packard attacca verbalmente Autonomy e annuncia di voler adire le vie legali.
Secondo HP Sushovan Hussain, il chief financial officer di Autonomy è “uno degli artefici della frode massiva” perpetrata ai suoi danni e l’ex CEO Michael Lynch “dovrebbe essere considerato responsabile” della valutazione gonfiata dell’azienda britannica.
Il caso risale al 2011, quando HP ha comprato Autonomy per 11 miliardi di dollari. Il problema è legato al costo sostenuto nell’operazione che aveva finito per far registrare una perdita consistente nel bilancio HP: l’azienda ha successivamente giustificato l’errore di valutazione parlando di un prezzo frutto di bilanci truccati , fatto che aveva generato indagini interne, nonché da parte del Department of Justice statunitense.
A livello interno HP aveva messo fine alle polemiche siglando una vera e propria pace con i propri azionisti, che avevano dimostrato di essere pronti a dar battaglia alla dirigenza per la modalità con cui era stata conclusa l’operazione.
Ora che il fronte interno ha trovato una nuova unità, HP ha la forza di far fronte comune contro Autonomy, ed oltre alle parole infuocate ha annunciato la volontà di ricorrere alle vie legali.
Autonomy continua a semplicemente a difendersi sostenendo che le perdite registrate dall’azienda sono interamente responsabilità e conseguenza dell’acquisizione e della gestione da parte di HP.
Claudio Tamburrino