Via fino a 9.000 collaboratori in tutto il mondo, il 16% della forza lavoro impiegata a livello globale (55.000 unità lo scorso anno), tra licenziamenti, pensionamenti e migrazioni verso altre aziende. È la misura annunciata oggi da HP come step nel percorso di riorganizzazione che entro il 2020 porterà a snellire il business model della società, rendendola come leggiamo nel comunicato stampa una “more digitally enabled company”. La manovra costerà al gruppo circa un miliardo di dollari da qui al 2022, ma la previsione è quella di arrivarne a risparmiarne poi altrettanti ogni anno.
La nuova HP: meno personale e nuovo CEO
Come anticipato a fine agosto, è previsto un cambiamento anche al vertice dell’organigramma, con il ruolo di CEO che dalle mani di Dion Weisler (a sinistra) passerà nel mese di novembre in quelle di Enrique Lores (a destra), oggi a capo delle divisioni Imaging e Printing. In questo caso la decisione è stata presa però per ragioni di natura personale e familiare del diretto interessato. Queste le parole dell’ormai prossimo amministratore delegato.
Ci vediamo come in procinto di iniziare un nuovo capitolo per HP e annunceremo mosse importanti per andare in questa direzione. Abbiamo trascorso molto tempo nel definire questo piano. Possiamo abbracciare i cambiamenti che osserviamo accadere nel mercato e che possono aiutarci a proiettare l’azienda nel futuro.
In cantiere la messa in campo di una nuova strategia per il business legato alle stampanti, uno dei più importanti per la società. Il focus sarà spostato maggiormente sui servizi. Previsto inoltre un innalzamento del prezzo per le unità che possono essere utilizzate anche con cartucce prodotte da terze parti.
Proprio nei giorni scorsi il brand statunitense ha annunciato il nuovo HP Spectre x360 13, visibile qui sopra, un laptop destinato al segmento premium con processori Intel Core di decima generazione e un design che gli è valsa la certificazione Project Athena.