ARM sta tentando di ampliare i suoi orizzonti per far arrivare le sue soluzioni anche in settori dominati prevalentemente dalle architetture x86, come quello dei server. Le CPU ARM multi-core di ultima generazione possono del resto garantire un certo risparmio energetico, senza rinunciare alle performance. E sembra aver affascinato nomi grossi con le sue seducenti capacità.
Nel breve termine il chip-designer UK non potrà competere sulla fascia alta ma dovrà “accontentarsi” di micro-server specializzati come quelli per le applicazioni cloud-computing. Lo scorso anno, proprio di questi tempi, è stato presentato Armada XP , un promettente SoC quad-core realizzato da Marvell, basato su architettura ARM v7 MP a 1,6 GHz e destinato proprio a questo scopo.
Stando alle indiscrezioni , sembra però che sarà HP la prima grossa azienda a scommettere su ARM per i datacenter. Il colosso statunitense avrebbe stretto un accordo con la startup Calxeda per la realizzazione di sistemi rack 2U di fascia bassa a 480 core, formati da 120 chip Cortex A9 quad-core, che consumano meno di 5 watt a testa.
Per il momento Calxeda e Hewlett-Packard non hanno assolutamente confermato la voce riguardante il progetto server. Sulla carta, la tecnologia appare pronta a trasformarsi in una valida e flessibile alternativa per l’integrazione verticale, ma ARM deve ancora dimostrare il suo reale valore fuori dai confini di smartphone e tablet.
Roberto Pulito