Non è bastato annunciare un accordo di collaborazione con Microsoft per la comunicazione professionale ad HP per ribaltare un trimestre in calo: la notizia era nell’aria, anche se qualche analista aveva pronosticato risultati che avrebbero sorpreso piacevolmente, e le comunicazioni fatte dal CEO Mark Hurd e dal CFO Cathie Lesjak l’hanno confermato : di tutte le attività HP si salvano solo i Servizi, ancora una volta grazie all’iniezione giunta dall’acquisizione di EDS nel 2008.
Proseguendo nel trend iniziato nel trimestre precedente, la primavera di HP non è rosa: il calo rispetto allo stesso periodo del 2008 è del 17 per cento , pari a una flessione di quasi 300 milioni di euro rispetto al guadagno di 1,5 miliardi dello scorso anno. Il fatturato resta tutto sommato in linea, calando di appena il 3 per cento da 20,7 miliardi di euro nel 2008 a 20,1 miliardi nel 2009. I dividendi calano di 10 centesimi di dollaro (0,07 euro), e si assestano su 70 centesimi per azione.
Quello che più lascia perplessi nel quadro generale è la revisione in peggio delle stime per l’intero anno fiscale: il calo doveva essere del 2-3 per cento, ora è del 4-5 per cento. Nulla che non fosse previsto , ma né il CEO né il CFO di HP si sono voluti sbilanciare sull’andamento del mercato : al contrario di quanto fatto da Intel, tanto per fare un esempio, il primo produttore di PC al mondo non ha voluto chiarire se il fondo sia già stato toccato, limitandosi a notare che non si sono avvertiti particolari cambiamenti nel flusso della domanda.
In ogni caso, visto che i servizi finanziari perdono il 6 per cento, le stampanti il 23, lo storage enterprise il 28 per cento, il software il 15 e i PC pur tenendo sul numero di unità vendute perdono il 19 per cento, occorre prendere delle iniziative. La crescita del settore servizi, nell’ordine del 99 per cento grazie al doping EDS, non basta da sola a tenere la rotta della nave: così HP ha rilanciato la ristrutturazione del suo personale annunciando altri 6.400 licenziamenti (su un totale di oltre 320mila lavoratori secondo le ultime stime dell’ottobre del 2008) che si vanno a sommare ai precedenti 24mila legati alla ristrutturazione post-acquisizioni del 2008.
La notizia i mercati non l’hanno presa benissimo: il titolo è calato di oltre il 4 per cento dopo l’annuncio , segno che qualche disappunto rispetto a questi risultati si è registrato. I bilanci HP, in ogni caso, restano ampiamente in nero nonostante la crisi: l’incertezza sull’andamento degli introiti probabilmente preoccupa gli investitori, che preferiscono vendere piuttosto che acquistare le azioni del marchio. I buoni risultati in Cina e USA, da soli, non sembrano convincere del tutto.
A rinfrancarli, tuttavia, potrebbe pensare l’ altro annuncio fatto da HP nelle stesse ore: quello di un allargamento della partnership con Microsoft , del valore di 180 milioni di dollari (130 milioni di euro) in 4 anni, volto a migliorare l’interoperabilità tra i sistemi di unified communication delle due aziende. La testa di serie da battere, in questo campo, si chiama Cisco : HP non ha però chiarito se intende misurarsi direttamente sul piano hardware con l’azienda californiana, mettendo in vendita telefoni intelligenti come quelli che da anni sono lo stato dell’arte del settore.
Più probabile, secondo gli osservatori , che HP e Microsoft facciano quello che sanno fare meglio: PC . Un computer dotato dei tool di entrambi i marchi sarebbe potenzialmente in grado di fare anche di più di quello che oggi un terminale Cisco fa, solleticando l’appetito e la curiosità di più di qualche CTO. D’altronde, con Cisco che si lancia sul mercato server, perché HP non dovrebbe tentare la sortita in territorio nemico?
Luca Annunziata