Hewlett Packard chiude il primo trimestre dell’anno fiscale in perdita, ma gli analisti e il mercato si aspettavano di peggio: la ristrutturazione continua, dice il CEO Meg Whitman, e occorrerà ancora del tempo per raggiungere i risultati che il management si è prefissato. Il primo trimestre del 2013 per HP è col segno meno in tutti i mercati in cui l’azienda è presente: perde la divisione “Personal Systems” (-8 per cento), perde la divisione stampanti (-6), perde il gruppo enterprise (-5) e servizi alle aziende (-7 per cento).
In soldoni, gli ultimi tre mesi hanno fatto registrare un utile di 1,6 miliardi di dollari su ricavi complessivi di 28,4 miliardi (-6 per cento anno su anno). Ed è qui che le previsioni di mercato sono state superate, visto che le aspettative sui ricavi erano di 27,8 miliardi.
Whitman chiede tempo, perché HP “ha ancora molto lavoro da fare per generare il tipo di crescita che vogliamo vedere”. Le cose miglioreranno durante il corso del 2013, promette il CEO del maggior produttore di PC al mondo, e contrariamente alle supposizioni del passato (anche recente ) il colosso statunitense non ha intenzione di fare lo spezzatino dei suoi asset e delle varie divisioni aziendali.
La forza di HP stà nell’unità e nella capacità di coprire tutti i mercati, dice ancora Whitman, e i prodotti più promettenti per il futuro sono in arrivo già a partire dal prossimo trimestre : il CEO di HP parla ovviamente del lungamente atteso Progetto Moonshot , sistema micro-server che consuma molto meno dell’energia elettrica di un server “tradizionale” ma la cui architettura di processore (ARM o x86) è tutt’ora ignota.
Alfonso Maruccia