In queste ore la telco a stelle e strisce Sprint ha avviato l’aggiornamento, per i suoi clienti dotati di HTC Hero, della versione del sistema operativo Android alla release 2.1. Upgrade che offre svariate feature avanzate, tra cui un migliore supporto per lo speech-to-text oltre che per il sistema di navigazione satellitare sviluppato da Google. Ma c’è da fare molta attenzione . Un breve messaggio ha infatti preceduto i due appositi link – via FTP e via HTTP – per scaricare l’aggiornamento: “l’installazione di questo software porterà all’eliminazione dei suoi attuali dati utente”. Procedendo nell’installazione , tutte le informazioni presenti sul device verrebbero eliminate .
Nel dettaglio, l’aggiornamento cancellerà tutti quei contatti che non sono stati sincronizzati con un account di posta elettronica, oltre a messaggi voicemail ascoltati più vecchi di 5 giorni . In più, stessa fine per i messaggi voicemail non ascoltati e più vecchi di 20 giorni, oltre alla cronologia delle chiamate e le impostazioni calendario e mail scelte dall’utente.
L’update porterà anche all’eliminazione delle varie applicazioni scaricate dall’utente , costringendolo successivamente a ripetere l’operazione. Il contenuto della carta microSD non verrà tuttavia toccato. Una consolazione che potrebbe non bastare ai vari possessori dello smartphone androide.
Problemi di updating a parte, pare che la durata media delle batterie di HTC e compagnia continui a rappresentare un tallone d’Achille. Recensito online , il nuovo Sprint EVO di quarta generazione ha mostrato una scarsa capacità di sopportare un’intera giornata di connessione in 4G . La stessa batteria non sarebbe riuscita infatti a durare per l’intero arco di 24 ore.
Tutta colpa degli sviluppatori, almeno secondo il co-founder di Google Larry Page. Dal momento che le varie applicazioni in background portano ad un consumo eccessivo della batteria dei vari smartphone made in Mountain View . Secondo Page , infatti, il primo divoratore d’energia sarebbe il circuito di ricezione/trasmissione, sfruttato da app decisamente troppo ingorde.
Mauro Vecchio