Il giudice dell’ International Trade Commission ( ITC ) Thomas Pender ha respinto l’utilizzo di cinque brevetti Google da parte di HTC nella causa che la vede contrapposta ad Apple.
L’operazione che ha portato i cinque brevetti da Mountain View a HTC, d’altronde, non è stato un normale acquisto, ma piuttosto una forma di “affitto” che secondo il giudice ha mancato di far acquisire a HTC tutti i diritti sostanziali necessari a far valere in tribunale tali titoli .
È in base a tale ragionamento che l’ ITC ha stralciato 5 degli 8 brevetti che HTC contesta ad Apple in una delle cause che le vede contrapposte. A dare il via allo scontro tra le due è stata Cupertino nel 2010. A questa azione sono seguite altre denunce e controdenunce da parte di HTC, che hanno peraltro visto finora Apple incassare diverse vittorie, prima nel caso in cui oggetto del contendere erano i brevetti appena acquistati da HTC da S3 Graphics (anche in questo caso proprio in funzione anti-Apple e con un’operazione ancora da concludere ) e poi in quello che vedeva Apple nella parte dell’accusa e con cui è riuscita ad obbligare HTC a modificare la funzione per chiamare nome e numeri di telefono scritti in un messaggio o un’email nei propri dispositivi.
Contro la nuova decisione HTC può ricorrere in appello e inoltre può tentare di rimediare alle mancanze che il giudice ha rilevato nell’operazione con cui è entrata in possesso dei brevetti Google.
Il caso, tuttavia, già mette in evidenza come il modello dell'”affitto di brevetti” non sia al momento attuabile e come Mountain View non sia stata in grado di intervenire tempestivamente ed efficacemente a tutela dell’ecosistema Android : da un lato la situazione e la sicurezza della proprietà intellettuale di Motorola è meno efficace del previsto per la giurisprudenza che si sta imponendo in materia di brevetti legati a standard tecnologici, dall’altro la gran parte dei produttori hardware Android hanno già ceduto all’offerta di licenza di Microsoft.
Claudio Tamburrino