Mentre il CEO Ren Zhengfei predica la calma, rassicurando sul futuro dell’azienda e sulla solidità del business fin qui creato, alcuni manager Huawei non sembrano reagire in modo altrettanto composto all’inclusione della società nella Entity List degli Stati Uniti e alla conseguente impossibilità di acquisire tecnologia di provenienza americana.
Huawei, gli USA e il bullismo
C’è chi punta il dito contro l’amministrazione USA accusandola di bullismo. Lo riporta Reuters, attribuendo la dichiarazione ad Abraham Liu, dal luglio dello scorso anno VP per la regione europea. Queste le sue parole, raccolte in occasione di una conferenza stampa andata in scena nella giornata di oggi presso lo European Cybersecurity Center di Bruxelles inaugurato nei mesi scorsi.
Huawei sta diventando la vittima del bullismo dell’amministrazione statunitense. Non si tratta solo di un attacco nei confronti di Huawei. È un attacco all’ordine liberale e regolamentato.
La partnership con Google
Nel suo intervento, Liu ha citato anche la volontà di continuare a collaborare con i partner statunitensi, Google su tutti, al fine di trovare la migliore soluzione possibile al problema. Il gruppo di Mountain View, lo ricordiamo, nei giorni scorsi ha annunciato la sospensione della licenza per Android, dovendo sottostare alle imposizioni del documento firmato da Trump.
Google non ha motivi per bloccarci. Stiamo lavorando a stretto contatto con loro per capire come Huawei possa gestire la situazione e l’impatto conseguente alla decisione dello U.S. Department of Commerce.
Il mancato supporto da parte di Google potrebbe impedire a Huawei l’installazione delle sue applicazioni e servizi (compreso Play Store) nei dispositivi non ancora commercializzati così come il rilascio tempestivo degli aggiornamenti e dei bugfix destinati a quelli già in circolazione. A questo proposito, il produttore ha assicurato che continuerà a fornire update e supporto post-vendita, anche per i modelli del brand Honor. Ricordiamo infine che questa mattina è stato ufficializzato un rinvio fino al 19 agosto per l’entrata in vigore del ban imposto dagli Stati Uniti al gruppo cinese.