Scoperchiato il vaso di Pandora, vengono alla luce i dettagli delle accuse mosse dagli USA nei confronti di Huawei. Dopo la vicenda relativa al robot Tappy di T-Mobile si parla oggi di un’indagine federale che ha visto l’FBI collaborare con la startup statunitense Akhan Semiconductor per fare chiarezza sulla presunta violazione di un accordo relativo a una tecnologia destinata alla produzione di un vetro super-resistente per ricoprire i display degli smartphone.
Il vetro Miraj Diamond Glass
Questi i fatti: Huawei, così come altri produttori di dispositivi mobile (tra i quali Samsung), è entrata in possesso di un campione del Miraj Diamond Glass in modo da valutare l’opportunità di impiegarlo sui propri telefoni. Si tratta di un materiale ritenuto dai suoi ingegneri di gran lunga superiore al più noto Gorilla Glass in termini di resistenza a sollecitazioni meccaniche e graffi. L’azienda cinese non avrebbe però rispettato un accordo sottoscritto che prevedeva di rispedire al mittente il campione integro, senza farlo uscire dai laboratori di San Diego dove era stato consegnato. Si sospetta sia stato sottoposto a rotture volontarie e ad analisi approfondite, passando per la Cina, in modo da comprenderne le proprietà. Riportiamo di seguito un estratto dal comunicato di Akhan in forma tradotta.
Abbiamo collaborato a un’indagine federale per quello che sembra essere un furto di proprietà intellettuale da parte di Huawei Technologies. Quando Akhan ha spedito la sua tecnologia proprietaria Miraj Diamond a Hauwei ai sensi di un accordo, si aspettava che Huawei ne rispettasse i termini, restituendo il materiale senza danni. Sfortunatamente, pensiamo che Huawei abbia distrutto il nostro prodotto, l’abbia spedito in Cina senza autorizzazione o sottoposto a test che non erano stati autorizzati, prima di restituircelo in gran parte a pezzi. Non abbiamo ancora recuperato tutte le parti del nostro prodotto da Huawei, nonostante le ripetute richieste scritte e orali, senza considerare le indagini.
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Huawei e Akhan Semiconductor
Agenti dell’FBI avrebbero posto la loro attenzione sull’attività di Huawei anche in occasione del CES 2019 andato in scena all’inizio del mese scorso, così da far luce sull’accaduto. L’accusa mossa al gruppo cinese è di non aver rispettato l’accordo, compromettendo l’integrità del campione (un quadrato da circa 4 cm per lato) affidatogli da Akhan, tanto che alcuni frammenti non sono ancora stati recuperati. Il tutto con l’intenzione (presunta) di produrre un materiale dalle caratteristiche paragonabili a quelle del Miraj Diamond Glass.
Difficile al momento formulare ipotesi su come la vicenda potrà svilupparsi. Ad ogni modo dal comunicato di Akhan si apprende la volontà di agire per vie legali al fine di tutelare la proprietà intellettuale e gli investitori coinvolti nel progetto.
Considerando il rischio che il presunto furto di Huawei pone a investitori, impiegati e clienti di Akhan, così come le potenziali perdite in termini di mansioni e profitti per gli Stati Uniti, Akhan sta considerando ogni possibile rimedio legale e lavorerà con le parti coinvolte per rendere pubbliche le informazioni rilevanti agli azionisti.