Nonostante l’arrivo del nuovo inquilino alla Casa Bianca, Huawei è rimasta nella famigerata Entity List del Dipartimento del Commercio. Il produttore cinese ambiva al primo posto mondiale nel settore degli smartphone, ma il traguardo non verrà più raggiunto. Gli Stati Uniti hanno anche vietato l’uso delle apparecchiature di telecomunicazione (5G in particolare). Secondo il fondatore, la soluzione è investire nel software.
Huawei punta sul software
Il fondatore Ren Zhengfei ha illustrato ai dipendenti i nuovi piani dell’azienda, ovvero incrementare gli investimenti in software e servizi perché questo settore non è controllato dagli Stati Uniti e quindi Huawei ha una maggiore indipendenza e autonomia. Il ban imposto dall’amministrazione Trump, tuttora in vigore, impedisce l’installazione dei servizi Google sui nuovi smartphone. Per questo motivo è stato avviato lo sviluppo di HarmonyOS (la versione 2.0 verrà annunciata il 2 giugno), un sistema operativo proprietario alternativo ad Android che verrà utilizzato anche su altri dispositivi.
It's nearly time to find out more about #HarmonyOS#LiveSmartWithHuawei pic.twitter.com/pmsHFHpgFN
— Huawei Mobile (@HuaweiMobile) May 25, 2021
Ren Zhengfei ha elencato altri prodotti che fanno parte dell’ecosistema software, tra cui la piattaforma cloud IA Mindspore. Huawei adotterà probabilmente un approccio open source, quindi il codice sorgente sarà disponibile a tutti. Per quanto riguarda invece i mercati, il produttore rafforzerà la presenza locale e nei paesi “amici”, escludendo ovviamente gli Stati Uniti.
Il futuro di Huawei sembra già deciso: meno hardware e più software. Altri importanti investimenti sono previsti nel settore automotive con veicoli elettrici e a guida autonoma. Nei prossimi mesi verranno divulgati maggiori dettagli su questi progetti.